Venerdì scorso, abbiamo pubblicato un articolo in cui riportavamo gli allarmi ripetuti del servizio meteorologico tedesco e danese riguardo a una tempesta eccezionalmente intensa prevista nel Mar Baltico con venti sino a 40 nodi.
La tempesta è arrivata e ha superato di gran lunga le previsioni fatte, nonostante la maggior parte degli armatori e delle strutture portuali nei paesi circostanti il Mar Baltico (Germania, Danimarca, Svezia, Finlandia, repubbliche baltiche, Russia e Polonia) abbia adottato misure precauzionali rafforzando i propri ancoraggi, il fenomeno si è rivelato devastante.
Tra sabato 21 e domenica 22 ottobre, la velocità del vento ha raggiunto i 140 chilometri orari, ma ciò che è stato ancora più straordinario è stata la provenienza insolita del vento da est. Il vento da levante ha innalzato il livello del mare lungo le coste tedesche e danesi fino a 2,27 metri sopra il livello normale, provocando un notevole afflusso di grandi masse d'acqua all’interno.
Nella sola Schilksee in Germania ben 50 imbarcazioni sono state distrutte dalla tempesta. Pur non avendo dati dagli altri porti, considerando la lunghezza della costa interessata, è facile immaginare che la tempesta abbia causato danni a diverse centinaia di barche.
L'esperto meteorologo Meeno Schrader, in un'intervista alla rivista tedesca Segel Report, ha spiegato come le previsioni meteorologiche si siano distanziate notevolmente dalla realtà a causa dell'obsolescenza dei modelli matematici su cui si basano.
Schrader ha sottolineato che tali previsioni si fondano su dati raccolti negli ultimi 100 anni, in cui eventi con una certa periodicità hanno costituito la base per costruire sistemi predittivi. Tuttavia, a causa dei cambiamenti climatici in atto, gli eventi verificatisi anche solo 15 anni fa non sono più rappresentativi e utilizzabili come base per stabilire previsioni affidabili, a meno di considerare una vasta gamma di variabili che ne influenzano l'andamento.
Nella stessa intervista, Schrader ha lanciato un monito per il futuro, sottolineando che eventi di questa portata e intensità diventeranno sempre più frequenti. Sarà un futuro dove eventi di questo tipo e di questo grado di violenza saranno sempre più frequenti, saremo costretti a cambiare il nostro rapporto con il mare.
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