Jean, nonostante sia un uomo sempre vissuto in mare, odia nuotare: “Ho sentito che qualcosa non andava nella barca - ha detto Le Cam, nella consueta intervista televisiva alla Vendée Globe TV - ho analizzato tutto e alla fine ho capito che c’era qualche cosa sotto lo scafo. Non ho avuto scelta - continua Le Cam - ho dovuto fermare SynerCiel, indossare l’attrezzatura e scendere sott’acqua a vedere di risolvere la situazione. La rete era molto grande e tagliarla per liberare la chiglia non è stato semplice, ma alla fine ce l’ho fatta”.
Nell’operazione Jean Le Cam, ha dovuto cedere la sua sesta posizione all’inglese Mike Golding.
Il fronte della regata – Gabart questa mattina ha lasciato la guida della regata a Jean Pierre Dick, ma la distanza tra i due è di pochissime miglia, così come quella da Armel Le Cléac'h.
Gabart ha detto alla Vendée Globe TV: “Il mare è molto mosso, ma ancora governabile. La temperatura è crollata, ma non è ancora fastidiosa. Ho cominciato a tirare fuori dalla borsa gli stivali e qualche capo d’abbigliamento un po’ più pesante.”
Il gruppetto dei primi tre cammina molto serrato, mentre Stamm è un'ottantina di miglia indietro e Alex Thomson ha perso il contatto con il gruppo di testa. La sua distanza dal primo è ora di 140 miglia, si è triplicata rispetto a quella di due giorni fa. Al momento la sua scelta di passare più a nord non ha pagato.
Capo di Buona Speranza – Tra questa notte e domani il gruppo di testa, che in queste ore sta passando Aiguilles Gate, dovrebbe passare Capo di Buona speranza con qualche ora d’anticipo sul miglior tempo stabilito da Vincent Riou nel 2004 sulla distanza Les Sables d’Olonne – Capo di Buona Speranza nell’edizione del 2004-2005 con un tempo pari a 24 giorni, 2 ore e 18 minuti.
Alessandro di Benedetto - Alessandro comincia a sorprendere anche i suoi più accaniti sostenitori. E’ vero che la sua barca non è molto competitiva ed è più lenta delle altre, ma l’impressione di chi segue la regata è che Alessandro abbia più lo spirito del navigatore solitario che del regatante per il quale le miglia che lo separano dagli altri siano una cosa importante.
Come dice lui stesso “Sto andando benissimo, c’è molto vento e sono contento di come sto procedendo”, ma le sue dichiarazioni stonano: se c’è molto vento perché procede a 11/12 nodi, quando gli altri camminano a 18 in condizioni ben più difficili delle sue. “C’è il sole e io mi sto abbronzando, mi dispiace per gli altri che non ne possono più godere”.
Questa sua mancanza di competitività, sta facendo sì che le battutine sul vacanziere della Vendée Globe si stiano moltiplicando e in maniera anche poco simpatica. Prima di partire Alessandro era per i francesi, l’Italo Francese, (sul profilo della Vendée Globe, è descritto come Francese Italiano), ragazzo che ha fatto il servizio militare in Francia e che vive a Les Sables d’Olonne.
Per tutti, comitato organizzatore della regata in testa, era più francese che italiano, oggi, quelle stesse persone hanno preso le distanze e lo chiamano l’italiano, le sue origini francesi si sono dissolte nelle 2000 miglia che lo separano dalla testa della regata. Ma se andiamo a vedere lo storico di quanto realizzato dalla barca nelle altre edizioni della Vendée Globe Alessandro è in linea con le prestazioni ottenute da skipper molto francesi e molto agguerriti.
Team Plastique, la barca disegnata da Finot-Conq nel 1998 è alla sua quarta partecipazione alla Vendée Globe. La prima fu nel 2000-2001 con il nome di Sodébo, al comando di Thomas Coville. La barca si piazzò al sesto posto con 105 giorni di percorrenza, a 12 giorni di distanza dal primo classificato che fu Michel Desjoyeaux il quale concluse la regata in 93 giorni. La seconda partecipazione fu nel 2004-2005 quando la barca si chiamava VMI ed era portata da Sébastien Josse che concluse la regata al quinto posto in 93 giorni. La terza volta fu nell’edizione del 2008-2009 con il nome di Akena Verandas e con al timone Arnaud Boissières, skipper che sta partecipando anche a questa edizione. Akena Verandas, arrivò settima in 105 giorni.
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