Sul tavolo dei giudici di regata, infatti, nella scorsa settimana si erano depositati tre ricorsi. Il primo riguardava Ericsson 4, lo scafo comandato da Torben Grael e attualmente in testa alla classifica, accusato di non essersi sottoposto a nuove verifiche di stazza dopo aver sostituito la sezione di prua al termine del primo trasferimento d’altura. Ha vinto, però, la tesi difensiva sostenuta dallo skipper brasiliano che, essendo la parte incriminata identica a quella asportata, ha ritenuto di non dover informare il comitato di regata dell’operazione.
Sentenza dolce-amara invece per Ericsson 3. Sulla barca svedese pendevano due capi d’accusa. Il primo, lanciato da Telefonica Blue per una manovra scorretta durante l’arrivo a Singapore, è stato ritirato dallo stesso consorzio spagnolo poche ore prima del verdetto finale. Il secondo, che imputava allo scafo comandato da Anders Lewander di non aver rispettato la distanza di sicurezza da tenere a sud dello Sri Lanka, è costato a Ericsson 3 la perdita di un punto in classifica.
L’equipaggio scandinavo era già stato vittima di alcuni problemi con la giustizia sportiva nella prima tappa, quando vide sottrarsi due punti perchè il peso della zavorra era troppo leggero rispetto a quello imposto dal regolamento; un vero peccato, perchè senza tutti questi contrattempi, anche Ericsson 3 avrebbe potuto stare a stretto contatto con i primi della classe.
Domani, intanto, si torna in acqua. In programma c’è la In-port race di Singapore, una regata tra le boe, che precederà la quarta tappa d’altura la cui di partenza è fissata per il 18 gennaio e vedrà gli scafi in gara navigare per 2.500 miglia fino a Qingdao.
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