“E’ difficile – ha detto Magnus Olsson, skipper di Ericsson 3 - descrivere quello che provo. Tutti siamo orgogliosi e felici per la vittoria. Si è trattato del più grande impegno da parte di un intero team di cui abbia mai fatto parte. Individualmente non siamo forti come Ericsson 4 o Puma. Ma tutti insieme formiamo una grande squadra”.
Simbolo di questa vittoria, resterà la scelta tattica di Aksel Magdahl, che durante la discesa del Pacifico chiamò repentinamente una virata verso nord-est, preferendo una rotta settentrionale alle basse latitudini. Un’intuizione che ha regalato a Ericsson 3 circa duecento miglia di vantaggio sul resto del gruppo.
“La verità – racconta Olsson – è che Aksel ha visto questa possibilità molti giorni prima dello scoring gate. Era ben preparato, avendo seguito lo sviluppo della situazione. Quando ci ha proposto la sua idea, era cosciente di averla sviscerata in tutti i suoi aspetti”.
Per il capo guardia Thomas Johanson, il momento più emozionante è invece coinciso con un difficile turno nei pressi di Capo Horn. “Uno dei momenti più duri – ha detto – è stata una notte nell’Oceano del Sud. Ericsson 4 si era avvicinato molto a noi. Io ero di turno con Bagi Woxen e ho pensato che dovevamo spingere un po’ di più. Il vento soffiava a 35-40 nodi. In quel turno di guardia di quattro ore, la barca ha tenuto una velocità media di 26 nodi, guadagnando otto miglia su Ericsson 4. E’ stato memorabile”.
Proprio lo scafo comandato da Torben Grael, è approdato a Rio al secondo posto, alle 19:57 UTC di ieri, seguito da Puma, che ha concluso la propria fatica alle 4:27 UTC di oggi. Restano in mare ancora Green Dragon e Telefonica Blue, anche se la partita per il quarto posto sembra essere ormai chiusa a favore degli irlandesi comandati da Ian Walker.
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