
Lo smaltimento delle vecchie barche, problema che la Francia conosce già da molto tempo e che da noi comincia ad esserlo ora, è sempre stato difficile.
In Francia esistono già da tempo degli impianti di smaltimento distribuiti su tutto il territorio, ma ora, le industrie del settore chimico vogliono andare oltre lo smaltimento e arrivare al riciclo della vetroresina.
Beneteau, che è l’attore principale del settore delle costruzioni da diporto di taglia media, ha messo a punto un processo completo per il riciclo delle imbarcazioni in collaborazione con Arkema, azienda nota nel mondo delle regate per essere sponsor da molti anni di Mini 650, e con Veolia, azienda italiana specializzata nella chimica del riciclo.
Già quest’anno Beneteau costruirà un primo modello di barca di serie completamente riciclabile.
Come funziona il processo di riciclo dei composti
Le barche sono costruite in composito dove con il temine composito si intende resina e fibra di vetro. A fine vita non è facile smaltire questi materiali e sino ad oggi il loro riutilizzo era considerato impossibile.
In Francia, dove lo smaltimento è organizzato a livello statale, la vetroresina viene incenerita o le barche, fatte a pezzi e triturate, vengono inviate in discarica.
Il nuovo processo di riciclo si basa su un'innovativa tecnica di trattamento termico sviluppata dalla società svizzera Composite Recycling. Questa tecnologia prevede il riscaldamento dei materiali di scarto fino a 400 gradi in assenza di ossigeno, consentendo di recuperare le fibre di vetro intatte (il vetro fonde a 1200°C) e di produrre un olio di termolisi.
Quest’olio viene successivamente riconvertito in resina da Arkema, chiudendo così il ciclo di riciclaggio. La resina ottenuta, chiamata Elium, era già stata presentata da Arkema al Salone Nautico di Parigi nel 2016. In quell’occasione, l’azienda aveva realizzato un Mini 650 utilizzando resina Elium, ma con fibre di vetro nuove.
Costo di costruzione maggiore
Attualmente, il processo di riciclo comporta un aumento dei costi di produzione del 6%, con un impatto sul prezzo finale della barca stimato tra il 3% e il 4%, ma indubbiamente rappresenta un’importante passo avanti verso una nautica più green.
Beneteau ha spiegato che il progetto serve a permettere al gruppo, che è il secondo a livello mondiale, di sperimentare e affinare questi processi preparandosi all’introduzione di restrizioni sull’uso di materiali non riciclabili, come sta già accadendo in alcuni Paesi.
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