Si parla di una riduzione dai 15 milioni di segnali a poco più di 1 milione, altre fonti invece indicano numeri più modesti, ma il fenomeno viene comunque confermato. La cosa è stata segnalata anche da alcuni occidentali che hanno navigato in quelle acque e hanno notato l’anomalia del calo di segnali.
Il motivo è da ricercare nell’entrata in vigore di una legge definita di sicurezza nazionale dal Governo di Pechino. Secondo la nuova norma i dati delle stazioni AIS che vengono trasmessi anche all’estero rappresentano un rischio per la sicurezza del paese e dei suoi dati sensibili, per questo il Governo ha deciso per un giro di vite.
Le limitazioni sono scattate per le stazioni di trasmissione terrestri, come noto queste usano il segnale VHF per trasmettere i dati AIS. Le multe per le stazioni che trasgrediscono pare siano ben oltre il milione di dollari.
Non è ancora del tutto chiaro se c’è stato anche un esplicito invito alle compagnie navali a tenere gli AIS di bordo spenti in certe zone, o solo una restrizione per le stazioni terrestri che fornivano i dati anche a clienti esteri.
Il tutto fa sì che la Cina sia comunque guardata ancora con più sospetto dalle altre potenze mondiali a causa della sua poca trasparenza nella gestione dei trasporti.
Si teme che Pechino dietro questa decisione voglia nascondere le sue difficoltà attuali nella catena dei trasporti marittimi e degli approvvigionamenti.
In ogni caso c’è anche un tema legato alla sicurezza, tramite i dati AIS infatti è spesso possibile risalire alle dinamiche di eventuali incidenti navali, cosa che adesso in quelle aree sarà più complessa da ottenere.
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