La barca ha preso il nome di “Te Aihe”, nome Maori per indicare il delfino, proprio in onore degli indigeni della Nuova Zelanda che da sempre sono legati ai team di Coppa America e a molti sport che si praticano su questa grande isola.
Te Aihe è il primo AC 75 a scendere in acqua e mostrare le sue braccia mobili, per regolamento in questa 36esima Coppa America è vietato ai team nascondere le appendici delle barche come è sempre avvenuto nelle altre edizioni di coppa. Te Aihe non è la prima barca a essere pronta, l’AC 75 di Luna Rossa il mese scorso è uscito dal cantiere Persico, dove è stata costruita, per raggiungere Cagliari dove il team ha la base, anche se poi il varo, inizialmente previsto per il 25 agosto, è stato spostato al 9 settembre.
Ora per Te Aihe inizia un lungo percorso di verifica e calibrazione di tutte le parti dell’imbarcazioni che andranno testate per controllare che le loro prestazioni corrispondano a quanto stabilito sulla carta.
Per costruire Te Aihe sono occorse 100.000 ore lavoro da parte di 65 persone. Per la prima volta nella storia del Team la barca è stata costruita totalmente in Nuova Zelanda. La stessa cosa l’ha fatto il team italiano, Luna Rossa che ha costruito la sua barca in Italia con un cantiere italiano.
Grant Dalton, patron del Team New Zeland, e i suoi ragazzi, questa mattina erano particolarmente nervosi: “E’ un momento cruciale – ha detto Dalton – per un lavoro che è iniziato molto tempo fa”.
Nei prossimi giorni la barca sarà alberata e quindi inizieranno le verifiche alle quali poi, potranno seguire le sedute di allenamento.
Gli AC75 sono barche del tutto nuove e per quanto alcuni team abbiano fatto pratica su dei prototipi appositamente costruiti, portare la barca definitiva sarà un'altra cosa e richiederà molto impegno ed elasticità per potersi adattare a un modo molto diverso di fare vela.
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