La corte ha recepito tutto l’impianto accusatorio del PM anche se non ha aderito alla sua richiesta di 26 anni di carcere.
Il tribunale di Grosseto ha confermato tutti i reati per cui era accusato, anche quello di abbandono della nave (1 anno di condanna compreso l'abbandono di incapaci) e, insieme, naufragio colposo (5 anni), omicidio plurimo colposo e lesioni colpose per i 32 morti e i 157 feriti del disastro (10 anni).
Per la corte del tribunale di Grosseto, quindi, Francesco Schettino è colpevole. Il comandante è colpevole di naufragio colposo, per il quale è stato condannato a 5 anni, di aver provocato la morte di 32 persone, per le quali è stato condannato a 10 anni di reclusione per omicidio plurimo colposo e lesioni plurime colpose. E’ colpevole di aver abbandonato la nave lasciando i suoi passeggeri al loro destino, reato che gli è costato 1 anno di reclusione.
Ora ci sarà l’appello. Ci saranno ancora anni di discussioni, ma una cosa per il momento è certa, ad oggi, il tribunale è in linea con il sentimento popolare, Francesco Schettino merita la galera. Ma al momento in galera non ci andrà. Il tribunale ha ritenuto che non ci sia pericolo di fuga, in effetti, sino ad oggi Schettino non ha mai provato a sottrarsi alla giustizia, quindi il comandante potrà aspettare da uomo libero gli altri gradi del giudizio e se alla fine la condanna sarà confermata, andrà in prigione.
Schettino si dice deluso di come siano andate le cose, Francesco Schettino si aspettava un’assoluzione per non aver commesso il fatto:”Combatterò sempre per dimostrare che io non ho abbandonato la Costa Concordia, – dice dopo aver appreso della sentenza. - Quanto al resto, aspetto di leggere le motivazioni della sentenza».
Originale l’interpretazione della sentenza da parte del legale di Schettino: «È una sentenza dura, ma essere riusciti quasi a dimezzare le richieste esagerate della Procura forse restituisce un po’ di onore» dice Domenico Pepe senza che si riesca ben a capire di quale onore stia parlando.
La sentenza conferma che Schettino è fuggito lasciando i passeggeri a gestire da soli la situazione e, a giudicare dalla condanna, la corte non ha trovato molto onorevole tale condotta.
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