Barche a quattro, cinque, fino a sette ponti, sono in rada con i loro tender ormeggiati di fianco, motoscafi, gommoni, moto d’acqua. Ogni barca ha almeno quattro o cinque unità ausiliarie.
Gli imprenditori della zona sono molto contenti, i megayacht sono tornati. Dopo la malsana idea del professor Monti di mettere una tassa di stazionamento anche sulle barche battenti bandiera estera che sostavano in acque italiane, le super barche si erano spostate in Costa Azzurra e alle Baleari.
Era un problema di principio, non di denaro. Una barca di queste quando fa carburante carica tra i 150.000 litri e i 350.000 litri di gasolio e consuma tra equipaggio, boa o eventuale porto e spese a terra tra i 10.000 e i 25.000 euro al giorno, non era certo la tassa di Monti che poteva preoccupare le società che le posseggono, ma quella tassa era uno sbattere la porta in faccia a un certo mondo e quel mondo, senza crucciarsi più di tanto, si è spostato altrove.
Un errore al quale Monti cercò di porre rimedio modificando la tassa trasformandola in tassa di proprietà per le sole barche italiane, ma il danno era fatto, i comandanti l’ordine di spostarsi lo avevano già ricevuto e il Golfo di Cugnana si era svuotato.
Ora però, lentamente, i gradi yacht sono tornati, anche perché non è facile nel mondo trovare posti come la Sardegna, luoghi di una bellezza difficilmente paragonabile ad altri posti in Mediterraneo.
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