Secondo e terzo, è questo il bilancio di Ambrogio Beccaria su Allagrande Pirelli e di Alberto Bona su IBSA al Defi Atlantique, la traversata atlantica da ovest verso est, in equipaggio, per i Class 40.
Una regata che ha visto gli italiani protagonisti in entrambe le tappe, con il solo Ian Lipinski davanti a loro grazie alla vittoria della leg 1 da Guadalupe ad Horta.
Invischiati nella battaglia contro Ian Lipinski, gli italiani sono finiti fuori dal podio della seconda tappa da 1300 miglia fino a La Rochelle, rispettivamente quarto Beccaria e settimo Bona, ma è stato il prezzo da pagare per cercare scelte tattiche “estreme” al fine di recuperare le ore di ritardo accumulate da Lipinski durante la prima tappa.
Un rischio che non è costato invece nulla nella classifica generale, dove i due si sono confermati in seconda e terza posizione. Il Defi Atlantique assegna la vittoria generale alla barca che ha ottenuto il miglior tempo sommando quelli delle due tappe, e Allagrande Pirelli e IBSA avevano abbastanza margine sul resto della flotta dopo la prima.
“È stata una bellissima e interessante regata - commenta Alberto Bona - con un equipaggio eccezionale e sempre in strettissima competizione con Ian e Ambrogio. Condizioni meteo molto complesse, venti medio leggeri in particolare nella seconda tappa fatta eccezione per una giornata, il 19 aprile, durante la quale abbiamo navigato per 309 miglia, e tanto da imparare: torniamo in Europa dopo praticamente sei mesi e così tante miglia sulle spalle che mi sembra passato molto più tempo”.
“Questa seconda parte, e nel complesso l’intera Dèfi Atlantique, è stata strategicamente e sportivamente molto difficile, piena di insidie e trappole - commenta Ambrogio Beccaria al termine della regata. - Più mite a livello meteorologico della Route du Rhum, ma altrettanto tosta per l’analisi dei modelli previsionali e delle tattiche. Abbiamo navigato davvero bene fino a Capo Finisterre, poi, da quando si sono ridotte le distanze, abbiamo deciso di prendere dei rischi e questo ci ha fatto sbagliare alcune mosse. È stata comunque una tappa bellissima, con i delfini che ci aprivano la strada – continua Beccaria. - Inoltre, essendo in equipaggio, ho avuto tempo e modo di studiare meglio ‘Alla Grande – Pirelli’. Ho scoperto tanti altri suoi punti di forza e alcuni aspetti su cui si può migliorare per renderla ancora più performante. È una barca che ci dà molte soddisfazioni, nel corpo a corpo siamo imbattibili. Non vedo l’ora di rimettermi in navigazione”.
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