Negli ultimi due anni si è registrato un vero e proprio terremoto nella composizione del mercato nautico.
Se per tutti gli anni novanta e la prima decade degli anni duemila, la vela non rappresentava più del 16%/17% del mercato, dal 2010 questa ha iniziato a guadagnare terreno sino ad arrivare al 2013 dove ha fatto un vero e proprio salto toccando quota 43% delle barche immatricolate in quell’anno.
Passare dal 17% del 2007 al 43% del 2013 (percentuali sul numero di unità vendute nell’anno) è un vero e proprio salto. Purtroppo il salto non è dovuto a un aumento delle unità vendute, ma a una diminuzione più lenta nel numero di barche costruite, in pratica il settore motore ha perso molto più terreno e molto più velocemente di quanto non sia successo nella vela.
La ripresa, per la piccola e media nautica, riparte da qui, dal settore della vela che in questi anni di crisi si è molto evoluto con la creazione di modelli che vanno incontro alle esigenze anche dell’ex motorista che per questioni economiche e fiscali abbandona l’idea dei motori rombanti per abbracciare la filosofia dell’”andamento” classico del velista.
E’ proprio nella fascia degli ex motoristi che si riversano molte delle speranze dei cantieri costruttori per il mercato italiano. Se il settore vela crescerà più velocemente di altri settori, sarà per merito dei tanti amanti della nautica a motore che si stanno riversando in quello a vela.
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