
Si è svolto questa mattina a Milano un convegno nell’ambito dell’Eletric Boat Show, organizzato dalla Società Italiana di Medicina Ambientale, dedicato alla nautica elettrica in cui sono intervenuti i CEO di alcune delle più rappresentative aziende del settore.
Come noto il tema della nautica elettrica, legato in particolar modo alla propulsione, da qualche anno tiene banco anche nel mondo della vela.
Si dice che sia il futuro di quest’industria che, essendo a contatto col mare, dovrebbe avere la naturale vocazione a essere “green”.
Dal convegno arrivano numeri interessanti, come la previsione di un fatturato mondiale di 20 miliardi di dollari entro il 2027.
Secondo il presidente Sima, Alessandro Miani, per avere la misura dell’impatto che può avere la nautica sull’inquinamento, occorre sapere che “se riconvertissimo le oltre 570.000 imbarcazioni da diporto oggi presenti in Italia contribuiremo al raggiungimento del 40% degli obiettivi Net Zero al 2030, come previsto dall'Unione Europea”.
Numeri che ci fanno capire come l’industria nautica sia ancora lontana dal considerarsi green.
La propulsione elettrica viene vista spesso come il futuro delle barche a vela, che dovrebbero essere la massima espressione del rispetto del mare e dell’ambiente. Ma quante barche a vela oggi possono vantarsi di montare una propulsione 100% elettrica?
Non molte, si tratta più che altro di barche di lunghezza inferiore ai 10 metri, quasi sempre imbarcazioni dedicate ad uscite sportive giornaliere, come per esempio la olandese Saffier 27 (in foto) con la propulsione Torqueedo, che prevedono poche ore di navigazione a motore.
A regime di crociera le propulsioni elettriche consentono oggi di fare, chi più chi meno, circa 4-5 ore di navigazione. Ideale se abbiamo un daysailer, sui cui la tecnologia può essere applicata, anche grazie ai motori fuori bordo elettrici sempre più presenti sul mercato.
Più complesso il discorso sulle barche di dimensioni più grandi dove i classici motori a combustione garantiscono ancora un’autonomia maggiore.
Il combinato sviluppo della propulsione elettrica, con quello delle altre tecnologie green come l’eolico e il solare, da applicare a bordo, resta però senza dubbio un futuro a cui la nautica, ma tutta l’industria in generale, dovrebbe credere se si vogliono ottenere risultati concreti nella riduzione delle emissioni.
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