La barca è 5,58 metri fuori tutto per 3 metri di larghezza con un peso di 150 chili. La superficie velica di 18 metri quadrati è sorretta da una albero in carbonio di 9,5 metri.
Al momento il team ha raggiunto i 27 nodi senza l’utilizzo del trapezio, ma Cammas e i suoi ragazzi credono sia possibile fare di più e arrivare a velocità tra i 30 e i 35 nodi.
Il Flying Phantom si è trasformato in un vero e proprio laboratorio dove stanno nascendo molte tecnologie che vedremo domani sulle barche da regata e successivamente su quelle da crociera.
Al momento tutta l’attenzione è concentrata sui foils, sono questi strumenti la chiave di volta per le grandi velocità. Su di una barca come un catamarano da spiaggia, usare i foils è più complesso che farlo su di un grande AC 72.
Qui il rapporto tra grandezza dell’onda media e quella della barca è decisamente sfavorevole a quest’ultima e se su di un AC 72 l’onda non riuscirà mai a fare danni, ma al massimo a compromettere le prestazioni del mezzo, su di un catamarano di poco più di cinque metri lanciato a 30/35 nodi, l’impatto con l’onda potrebbe essere devastante, motivo per cui i foils devono essere studiati per dare la massima stabilità.
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