La manifestazione milanese ha dedicato una mostra a cielo aperto al progettista argentino che al momento sta lavorano con i migliori cantieri del mondo, da Hallberg Rassy a Wally, a Nautor, una mostra per celebrare la sua opera curata dall’ex direttore della rivista Vela e Motore, Antonio Vettese.
In questo ambito Frers ha colto l’occasione per dare la sua visione dell’Italia, un posto che ama e che ha contribuito molto a fare di lui un’icona del design nautico, ma, troppo complicato e troppo burocratico.
German Frers spiega come l’Italia sia un posto splendido, unico al mondo, ma dove tutto è difficile e dove gli armatori prima di venire a fare la loro barca ci pensano 5 volte. Frers aggiunge che molti vengono comunque, perché quello che sono capaci a fare gli italiani non lo trovano in altre parti del mondo, ma ciò non toglie che costruire un grande yacht o anche solo una piccola barca nel nostro paese, per German Frers, è una cosa molto faticosa.
Il primo colpevole, secondo l’argentino, è la burocrazia, una burocrazia borbonica e cieca che dimentica il suo obiettivo primario: fare ordine e permettere alla società di vivere in modo ordinato. Obiettivo sostituito dal suo opposto, complicare e rendere difficile qualsiasi cosa.
Secondo Frers, comunque, le potenzialità del nostro paese sono moltissime, e se la nautica vuole vivere e prosperare deve ripartire dai giovani, sono loro che vanno coinvolti e portati in mare, a loro va mostrata la bellezza della vela.
© Riproduzione riservata