Uno scafo che prende le mosse dal Bermuda 50, l’unica altra barca a vela di questo cantiere che produce diverse centinaia di barche l’anno, ma tutte a motore.
Lo scafo del Sou’wester 53, leggermente più lungo del Bermuda 50, ha le stesse caratteristiche di quest’ultima, ma la tuga è molto diversa e ricorda quella dei moderni Moody del gruppo Hanse.
L’esperimento è interessante perché si tratta di un fast cruiser declinato in versione pilot house.
Una barca che nasce per essere un fast cruiser, adattata alle esigenze di chi vuole fare crociera pura e non vuole avere la scomodità di scendere dei gradini per entrare in dinette.
Come già accaduto nei Moody, la dinette del Sou’wester 53 è al livello del piano di calpestio del pozzetto che è ribassato, salvo poi rialzarsi a poppa per formare una piattaforma dedicata al timoniere.
Lo scafo, nonostante la poppa aperta molto moderna, ha delle forme molto voluminose e immerse tese a rendere il passaggio sull’onda morbido e qui, forse, si trova il perché sia stato possibile declinare questo scafo in due concetti così distanti tra loro.
Se esternamente la barca è molto moderna, internamente il visitatore si troverà in ambienti molto classici che ricordano da vicino quelle dei Lobster (barche a motore di lusso derivate dai pescherecci di aragoste che operavano sui Banchi di Terranova) che il cantiere produce.
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