La pericolosità del momento non sembra però trasparire dalle parole dei navigatori, che hanno raccontato telefonicamente quanto accaduto, in un’intervista pubblicata anche sul loro blog. “Navigavamo con la tormentina da circa due giorni – ha detto Vittorio, 33 anni – e prima dell’incidente seguivamo una rotta est, con venti di circa cinquanta nodi da sud-ovest. Tenevamo l’onda al giardinetto. Ma a un certo punto ce ne è venuta addosso una enorme, già frangente, di lato. Ho detto a mio padre che la barca non ce l’avrebbe fatta e così è stato. Ma per fortuna lo scafo si è raddrizzato in un secondo e quindi non è entrata neanche tanta acqua”. Onitron I, l’imbarcazione in acciaio di undici metri protagonista della sventura, è in buone condizioni. “E’ saltata qualche vite – continua Vittorio – in alcuni punti della coperta, ma la barca è stagna. Non abbiamo pensato a continuare con un armo di fortuna, perchè dell’albero è rimasto molto poco. Inoltre i viveri sono scarsi e il timone è molto duro, come se fosse bloccato. Per questi e altri motivi abbiamo deciso di chiedere soccorso”.
Anche il racconto di Piero, 63 anni e padre di Vittorio, lascia capire la difficoltà di quei momenti. “Qualsiasi barca si sarebbe rovesciata con un’onda del genere – ha detto – è stata una cosa allucinante”. I soccorsi sono in arrivo, e ciò tranquillizza, e molto, l’ex-istruttore di vela. “Non abbiamo neanche acceso il motore – ha raccontato – perchè le batterie sono ancora cariche. Se ci sarà necessità di farlo lo faremo. Qui siamo in una specie di grotta, infatti stiamo cercando di mettere a posto gli oggetti più importanti per prepararci allo sbarco”.
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