
Non esiste una metafora più potente di un naufragio e della lotta per la sopravvivenza in mare per raccontare il senso di crisi e smarrimento dell’essere umano, così come la fragilità delle relazioni, il tempo che scorre e l’approssimarsi della morte, nonché la ricerca della propria identità, in modo crudo e senza finzioni.
Sul tema sono stati realizzati moltissimi libri e diari di viaggio di navigatori, ma anche decine di pellicole cinematografiche, tutte opere molto intense e coinvolgenti.
Ma perché non portare il naufragio di una barca a vela sul palcoscenico di un teatro?
È proprio questo che fa lo spettacolo teatrale dal titolo S 62° 58’, W 60° 39’, realizzato dalla rinomata compagnia belga “Peeping Tom” fondata e diretta da Gabriela Carrizo e Franck Chartier che sta andando in scena in questi giorni, dal 6 al 9 marzo 2025, al Teatro Bellini di Napoli.
Solo in mare si è condannati a essere autentici

Lo spettacolo, del tutto inedito e molto suggestivo, immerge gli spettatori a bordo del relitto di una barca a vela in un inquietante paesaggio antartico ricoperto dai ghiacci.
Il titolo dell’opera richiama le coordinate geografiche reali (S 62° 58′, W 60° 39′) di un tratto di mare estremo e desolato tra le coste della penisola antartica e la minuscola Deception Island, ossia “Isola della Delusione”, ma anche “Isola dell’Inganno”.
È qui che ha inizio la storia impossibile e spaventosa di alcuni essere umani che devono sopravvivere ai ghiacci, per tornare alle loro vite di sempre sulla terraferma.
Lo spettacolo di “Peeping Tom” prende spunto da questa situazione drammatica per esplorare l’uomo e le relazioni umane, ma anche il modo di comunicare gli eventi e le proprie vite, nonché il conflitto, molto attuale di questi tempi, tra l’autenticità e la finzione.
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