Il kite-cat, non è un’idea nuova, lo stesso Kiteboat Project/KAI Institute, un istituto creato appositamente per sviluppare le possibilità di questa forma di propulsione, ci lavora da anni (sino al 2004 era una società commerciale, la Makani Power Inc). La vela da kite compare su alcuni scafi già nel 2000, lentamente prende forma, si fanno decine di esperimenti, da una parte su barche da diporto e, dall’altra, su navi mercantili.
Una delle prime barche a essere dotata di vela da kite è stato un trimarano asimmetrico molto simile alle canoe trimarano polinesiane.
Nel diporto si inizia con le idee più semplici, un uomo che regge la vela a mano mentre è seduto su di un Hobie Cat 14. Dura poco, le forze in gioco sono troppe per le fragilità del corpo umano.
Si comincia a studiare sistemi per ancorare la vela alla barca, in contemporanea si disegnano nuovi foils, perché un sistema del genere non ha possibilità di funzionare se la barca rimane dislocante.
Ai foils laterali e ai timoni con le alette, vengono aggiunti foils prodieri per sostenere le prue. I problemi sono ancora molti, a volte le barche volano via con tutto l’equipaggio e il gioco si fa pericoloso. Bisogna imparare a calibrare i pesi e le potenze.
Si lavora sulle vele, sui sistemi di governo e su quelli di sicurezza. Il Kite Project andato in acqua a fine 2013 nella baia di San Francisco camminando a oltre 35 nodi rappresenta i grandi passi avanti che si sono fatti in questo campo, ma siamo ancora lontani dal poter pensare di applicare questo tipo di vela alle barche di serie eppure……se mai ci si riuscisse, una barca a vela diventerebbe più veloce della maggior parte delle barche a motore.
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