A pochi giorni dalla dichiarazione di Tremonti, Attilio Befera, direttore generale dell’Agenzia delle Entrate, è tornato sull’argomento con una lettera inviata ai direttori centrali e regionali dell’Agenzia (cosa che già aveva fatto tempo addietro), in cui li esortava a non assumere atteggiamenti vessatori nei confronti di coloro che da questi venivano controllati. In particolare, ha chiesto di non esasperare la spinta verso il raggiungimento di target numerici che spesso hanno indotto gli ispettori a rilevare anche infrazioni formali di scarsa entità. Befera ha voluto sancire il concetto che non è indispensabile che un controllo porti a una contestazione, se il cittadino o l’azienda è palesemente corretta e ha fatto del suo meglio per far fronte a tutti gli adempimenti; non bisogna, quindi, appellarsi a infrazioni formali pur di arrivare alla contestazione. A tali dichiarazioni, per loro stesse già molto importanti, si è poi aggiunta la norma contenuta nel decreto per lo Sviluppo che limita la durata dei controlli effettuati all’interno di un'azienda a 15 giorni e il divieto per i controllori di richiedere informazioni e documenti già in possesso della pubblica amministrazione.
Tali dichiarazioni avranno sicuramente un effetto incentivante nel settore nautico. Settore che soffre enormemente dell’equazione “diportista = evasore” e che vede nell’azione, a volte teatrale, delle forze deputate alla lotta all’evasione fiscale, un ostacolo alla sua ripresa. Molti, troppi appassionati velisti hanno rinunciato all’acquisto di una barca per paura di entrare nel mirino dell’Agenzia dell’Entrate.
Un altro momento importante sarà quando, finalmente, si sapranno i fattori di moltiplicazione che determinano il reddito richiesto per il possesso e il mantenimento di una barca. Fattori ad oggi ancora incerti. Il ritardo nel promulgamento del decreto che regolerà il nuovo redditometro e spesometro, sta rallentando il mercato perché nessuno, al momento, può sapere se la spesa per una determinata barca è considerata congrua con il suo reddito o meno.
In attesa del decreto, non possiamo fare altro che sperare che la caccia alle streghe sia finita e che la prossima estate chi va in barca non debba temere di essere fermato più volte da diverse autorità che fanno a gara per elevare contestazioni su fatti, spesso, irrilevanti. Forse, tra fisco e diportisti, la pace è fatta.
Maurizio Anzillotti
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