Lolli, dopo essere scappato in Tunisia, spostatosi in Algeria, è ora in Libia dove, arrestato nel 2011, è scappato di prigione durante la guerra civile e si è unito ai ribelli combattendo al loro fianco. Ribelli che poi hanno preso il potere e lo hanno perdonato delle accuse di aver costruito documenti falsi per entrare in Libia.
Ora Lolli vive da libero cittadino a Tripoli dove fa l’interior design e arreda le case dei nuovi super ricchi del paese del nord Africa, ma la procura di Rimini è intenzionata a mettere fine alla sua nuova iniziativa imprenditoriale il prima possibile e continua a fare pressioni affinchè il Lolli, sul quale pende un mandato di cattura internazionale, venga arrestato e quindi estradato in Italia.
L'uomo nel frattempo ha rilasciato un’intervista nella quale si dice pronto a costituirsi se la Procura gli muoverà le giuste accuse e smetterà di dichiarare vittime quelle che in effetti erano i suoi complici. Lolli sostiene che non si può vendere una barca a più persone e reggere il gioco per anni, si possono invece fare più contratti di leasing sulla stessa barca, ma, per farlo, ci vogliono dei complici.
Lolli si dice anche pronto a tornare in Italia se la procura gli garantirà che per lui non ci sarà il carcere, in cambio, si offre di spiegare come si sia realizzata effettivamente la grande truffa. Non devono essere pochi coloro che sperano che ciò non accada mai.
La truffa della Rimini Yacht, è stata uno degli elementi che ha spinto molti istituti finanziari a contrarre il numero di contratti di leasing fatti ogni anno in Italia.
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