
Come fanno i moderni cabinati a vela a essere manovrati solo da due persone? Quando è nato il pozzetto aperto sulla poppa? Perché le barche oggi sbandano di meno rispetto al passato e navigano più veloci? Sono solo alcune delle domande che trovano risposta nel bel libro dal titolo “Un sogno chiamato Wally” (editore Piemme, 20 euro) scritto da Luca Bassani.
Marinaio di lungo corso, imprenditore e soprattutto fondatore del marchio Wally, icona della nautica, Luca Bassani, 68 anni, inventore del marchio Wally icona della nautica, si racconta in questa autobiografia che ripercorre la sua storia da quando è salito sulla sua prima barca nel 1963 nella piscina della zia alla odierna collaborazione con uno dei cantieri più grandi del mondo, Ferretti, a cui ha venduto il brand.
Il suo approccio a una vela pura e felice
Quelle di “Un sogno chiamato Wally” sono pagine che condensano oltre cinquant’anni di vita in mare, tra successi e flop, straordinarie invenzioni che hanno rivoluzionato la nautica, crociere a vela nei luoghi più belli del mondo, regate vinte e delusioni cocenti, disalberamenti e incidenti, oltre a quelle grandi amicizie che solo il mare e la vela sanno regalare.
Alcuni dei passaggi del libro svelano aneddoti su personaggi famosi con cui nella sua lunga carriera è entrato in contatto Luca Bassani, dall’avvocato Agnelli a Berlusconi, da Steve Jobs a Vladimir Putin. Uno dei suoi clienti, sir Lindsay Owen-Jones, ha paragonato Bassani a Enzo Ferrari. Può essere vero, ma Ferrari pensava solo a vincere le competizioni, Bassani invece ha pensato a come vivere meglio in barca, navigando veloci, ma anche più comodi.
“Mi sento sempre quel bimbo di nove anni che passava ore a divorare libri sui velieri del passato - spiega Bassani nel libro - sono un uomo di mare che ha realizzato il proprio sogno. E voglio continuare a proporre nuove imbarcazioni ai confini dell'innovazione e dell'avanguardia”.
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