
L’oligarca miliardario Andrej Melnichenko ha chiesto allo Stato italiano di avere la possibilità di pagare lui la manutenzione del suo mega Yacht “A”, messo sotto sequestro presso il porto di Trieste dalle autorità italiane in seguito alla guerra tra Russia e Ucraina.
Melnichenko teme che la sua barca che, con i suoi 143 metri è lo yacht più grande del mondo, non stia ricevendo le dovute cure e che questo possa comprometterne il buon funzionamento e la sua conservazione.
La barca che è stata pagata da Melnichenko circa 400 milioni di dollari (c’è chi dice 580 milioni), ha bisogno di un’assistenza costante 24 ore al giorno da parte di personale specializzato.
Normalmente l’imbarcazione ha un equipaggio di 54 persone di cui molti specialisti. Oggi lo Stato italiano sta pagando un equipaggio di 18 persone che pensano alla manutenzione della barca con una spesa mensile di circa 1,1 milione al mese contro i probabili 4 milioni al mese che si suppone spendesse Melnichenko ogni mese per il suo gioiello.
Altri Stati come Francia e Spagna, nelle stesse condizioni non hanno atteso che fossero i proprietari a offrirsi di pagare, come nel caso Melnichenko, ma hanno chiesto loro ai proprietari degli Yacht sequestrati di provvedere alla loro manutenzione.
Al moneto l’Italia tace e nessuno sa se saremo noi a continuare a pagare per la manutenzione di A, soldi che poi ci saranno rimborsati se il magnate vorrà indietro la sua barca, o se potrà farlo in prima persona Melnichenko anche perché, nel caso in cui la barca dovesse essere male manutenzionata e subire dei danni (cosa molto probabile), l’Italia il giorno in cui lo yacht sarà riconsegnato al suo proprietario potrebbe essere chiamata a rifondere quanto necessario per le dovute riparazioni.
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