L’atleta romano fin da prima dello start era stato inquadrato mentre più volte provava l’uscita dalla linea, quasi a tradire la tensione del momento e cercare di esorcizzarla cercando di simulare più volte la partenza. E’ successo che Mattia si era ben posizionato sul lato sinistro dalla linea, ma all’ultimo secondo la sua tavola, già dalle immagini televisive, è uscita leggermente dalla linea di start. Immediata la chiamata dei giudici, che hanno issato la bandiera X, ma Camboni evidentemente non pensava di essere partito in anticipo e ha proseguito per qualche minuto, finendo per essere squalificato. Ma i colpi di scena della finale non sono finiti, perché la stessa sorte di Camboni è toccata al francese Goyard e al polacco Myszka, gli avversari diretti di Camboni.
La classifica si è così sconvolta, e per un attimo si era anche riaccesa la speranza per l’azzurro. Ma il cinese Kun Bi, che alla vigilia non rappresentava una grossa minaccia, con Camboni e gli altri fuori gioco ha recuperato fino alla quarta posizione durante la medal race, quel tanto che bastava per finire davanti a Camboni di un punto e vincere il bronzo. La buona sorte ha sorriso invece al francese, che ha tenuto la seconda posizione nonostante la squalifica, alla luce dello score accumulato durante la settimana di regate.
Per l’Italia una giornata decisamente amara, con una medaglia che sembrava ormai possibile sfuggita nel modo più assurdo. Ancora una volta è la pressione olimpica a tradire un atleta azzurro, ed è un peccato perché l’Olimpiade di Camboni è stata di alto livello e avrebbe meritato una medaglia.
La medal race è ancora una volta dolorosa, come con i Sibello nel 2008, con Conti-Micol e Zandonà nel 2012, come con Bissaro-Sicouri e Flavia Tartaglini nel 2016, una specie di maledizione. Ma c’è ancora tempo, e speranza, per esorcizzarla.
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