Era notte fonda quando Alan, sentiti dei rumori sul ponte, è uscito per verificare cosa stesse succedendo e neanche il tempo di arrivare in coperta che è stato ucciso con un colpo di arma da fuoco a bruciapelo.
L’uomo, che aveva venduto la sua casa in Nuova Zelanda per acquistare in Florida lo Yacht con cui stava realizzando il sogno di navigare con la famiglia alla scoperta di nuove culture, nel momento dell’aggressione si trovava nel distretto di Guna Yala nell’arcipelago di San Blas, vicino all'Isola di Morodub nel nord-est di Panama.
I malviventi, armati di machete e di pistola, dopo aver ucciso Alan hanno cercato di entrare in barca e in quel momento il coraggio di Derryn Culverwell, la moglie di Alan, è stato decisivo. La donna è riuscita a riparare i due figli gemelli di 11 anni, una bambina e un bambino in una cabina, e a chiudere la porta della barca urlando disperatamente e riuscendo a spingere fuori i delinquenti.
Nella colluttazione i malviventi hanno ferito con il machete Derryn al braccio e buttato una delle figlie a terra colpendola alla testa.
Come ha chiuso la porta la signora Culverwell ha chiamato per telefono un suo amico in Nuova Zelanda dando l’allarme e spiegando cosa stava accadendo. I tre sono quindi scappati dopo aver rubato il motorino fuoribordo e altri oggetti dalla barca, mentre la signora e le sue due figlie sono rimaste chiuse per due ore nella cabina sino a quando non è giunta la polizia.
Nelle ore successive la polizia Panamense ha arrestato due uomini, Leandro Herrera e Avelino Arosemena, sospettati di essere due degli aggressori. Sembrerebbe che il terzo malvivente sia un minorenne per il quale non sono state dichiarate le generalità.
Per aiutare la famiglia Culverwell a tornare in Nuova Zelanda, a far rientrare la salma di Alan in patria e sostenerli, è stato aperta una raccolta fondi.
© Riproduzione riservata