
Testardo, duro, imperterrito, Ivano non voleva perdere la sua barca. Con le mani distrutte dal tirare le cime d’ormeggio ha continuato a rintuzzare il mare allontanando a mano la sua barca che nonostante tutti gli sforzi cozzava conto la banchina di cemento, sino a quando qualcuno non ha chiamato i carabinieri, perché stare lì sulla banchina con le onde che la spazzavano di continuo era pericoloso. I militari da prima hanno cercato di dargli una mano, poi vista l’inutilità degli sforzi, lo hanno convinto a desistere e ad allontanarsi dalla zona di pericolo.
Ivano, dopo poche ore era di nuovo lì, non ce la faceva a guardare la sua barca sfracellarsi contro il molo, ma è stato tutto inutile, alla fine il mare ha vinto e l’X95 è andato a fondo.
Ivano ha cercato di strappare al mare quello che ha potuto, ma poi non gli è rimasto che piangere.
E’ la seconda barca che Ivano perde in porto a causa del mare dopo aver combattuto per salvarla, una prima volta è accaduto nel 2017 e anche in quel caso i carabinieri dovettero allontanarlo dalla situazione di pericolo.
Eppure i porti le barche dovrebbero difenderle, non affondarle.
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