martedì 10 dicembre 2024
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In Francia un quarto delle barche sono comprate con programmi di gestione

I modi alternativi di acquistare barche oltre confine sono un’alternativa reale

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Parigi (Francia) – In Francia ogni anno la percentuale di barche vendute con i programmi di gestione o sistemi similari oscilla tra il 25% e il 30%. Il dato è di quelli che fanno pensare. In Italia non si è ancora raggiunto il 10% di barche vendute con sistemi alternativi e questi, in pratica, si riducono a uno solo, il programma di gestione, ovvero un accordo con una società di charter che paga una buona parte della barca in cambio di un periodo dell’anno in cui mettere a charter la barca stessa e così rientrare di quanto investito.

La grande diffusione della vela in Francia, in parte, è dovuta proprio al largo uso dei programmi di gestione che permettono anche a chi non avrebbe i capitali necessari per comprare una barca di procedere all’acquisto dividendo la spesa con una società di charter. Diffusione voluta dal governo che per molti anni li ha sovvenzionati con dei crediti d’imposta.

In Francia è anche diffuso l’uso di acquistare una barca con un programma di gestione pochi anni prima di andare in pensione, in modo tale che al momento in cui si andrà in pensione la barca sarà totalmente riscattata e la si avrà in proprietà esclusiva per potersela godere più tempo.

In Italia ci sono diversi operatori di medie e grandi dimensioni che si occupano di programmi di gestione, noi abbiamo sentito i più conosciuti per capire perché questa forte differenza tra il comportamento dei francesi e quello degli italiani.

Simone Morelli, titolare della North Sardinia Sail Group, crede che sia prevalentemente un discorso culturale. “Il velista italiano ha difficoltà a pensare di possedere una barca e di doverla dividere con una società di charter, mentre ha meno difficoltà nell’accettare di spendere più del doppio per poi usare la barca 25/30 giorni l’anno. Negli ultimi anni, però, abbiamo notato un cambiamento, ci sono sempre più persone che ci chiedono di acquistare con un programma di gestione, infatti buona parte della nostra flotta è composta da barche acquistate con questa formula.”

Luciano Rigli che rappresenta la Kiriacoulis in Italia, terzo gruppo charter nel mondo, è concorde con Morelli, ma ritiene che ci sia anche un forte problema di disinformazione. “Le persone non conoscono cosa sono i programmi di gestione, ne parlano con gli amici che semplificano troppo e danno informazioni troppo semplicistiche. - Si compra la barca, la si paga di meno e poi al si mette a charter -, ma il programma di gestione è una cosa molto diversa da questa e offre vantaggi molto forti che non sono soltanto il pagare la barca la metà. Si pensi solo che l’armatore di una barca in programma di gestione non paga posto barca, non paga assicurazione né manutenzione, ma questo i giornali non lo dicono. Anche voi di Solovelanet, ne parlate poco, spiegate poco, quando invece il programma di gestione, come accade in Francia, è il vero veicolo per far sì che le persone vadano in barca.”

In ultimo abbiamo sentito Stefano Pizzi, titolare della Spartivento Charter, una delle società più grandi del meridione d’Italia con diverse basi tra Salerno e Eolie. Pizzi ha una visione diversa del problema: “Noi non riscontriamo una resistenza verso il programma di gestione, buona parte della nostra flotta è costituita di barche che sono state acquistate da privati con i programmi di gestione. Abbiamo armatori che sono alla loro terza barca comprata con questo sistema. Certo, oggi vendere un programma di gestione è molto più facile di ieri quando le persone avevano molta difficoltà a capirne il meccanismo. Io sono positivo, penso che anche in Italia, nel giro di pochi anni, i programmi di gestione costituiranno una parte importante del mercato. Sono troppo convenienti, quando le persone capiscono come funziona e quanto si risparmia, non hanno alcuna remora ad utilizzarli.”

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