
L’alimentazione a idrogeno, a livello pioneristico nel mondo della nautica, è già stata sperimentata in quello delle automobili.
“Siamo diventati un punto di riferimento internazionale anche grazie alla nostra voglia di innovazione e alla capacità di rinnovarci. La scelta della tecnologia di EODev è il modo di dare sostanza alla nostra ambizione di raggiungere zero emissioni di carbonio entro il 2050, sia per la produzione di barche, sia per il loro utilizzo”, ha dichiarato Romain Motteau, CEO di Fountaine Pajot.
Il primo Samana 59 attrezzato con questa tecnologia dovrebbe vedere l’acqua a inizio 2022.
Il sistema di alimentazione a idrogeno, che avrà un serbatoio con capacità di 7,5 chilogrammi, sarà in grado di garantire fino a 70kW e caricare una batteria LiFePO (Litio-ferro-fosfato) da 44kWh. Il core di questa soluzione tecnologica sarà anche un sistema automatizzato di gestione della potenza e dell’energia di bordo in navigazione, modulandola in base all’autonomia rimasta rispetto alle miglia da percorrere.
L’obiettivo principale di Fountaine Pajot è quello di sviluppare una tecnologia basata sull’alimentazione a idrogeno che possa allungare i tempi di percorrenza in autonomia della barca senza ridurne le prestazioni a livello di propulsione.
Se l’esperimento con il primo Samana 59 funzionerà il colosso francese si appresterebbe ad avviare nei prossimi decenni un massiccio piano di riconversione delle sue barche che ad oggi sono molto richieste sia dal mondo del charter sia da quello della crociera armatoriale.
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