
Nella notte il lavoro congiunto di 10 rimorchiatori ha finalmente fatto muovere la nave, lunga 400 metri, con una stazza di 200 mila tonnellate. Gli enormi mezzi hanno agito a cavallo dell’alta marea, e sono riusciti a far ruotare la poppa della nave di oltre cento metri, riportandola quasi parallela alla direzione del canale. La nave non galleggia ancora totalmente ma dalle notizie diffuse dalle agenzie sembra non essere lontana dal poterlo fare, cosa che potrebbe accadere entro le prossime 24 ore.
Sotto analisi ancora le causa dell’incidente, con l’ipotesi iniziale del guasto elettrico che sembra non essere stata suffragata da prove. Le condizioni meteo al momento del passaggio indicavano vento molto forte, e si era parlato di una tempesta di sabbia ma la notizia è stata seccamente smentita dalle Autorità di Suez. La causa potrebbe essere stata l’intensità del vento unita a un possibile errore di manovra in sala macchine.
Da una nota della Suez Canal Authority si apprende che ci sono 370 navi, comprese 25 petroliere, bloccate alle due estremità del Canale in attesa di transito. Da questo stretto corridoio, nel punto dell’incidente la larghezza era di poco superiore ai 250 metri, transita circa il 10% del commercio marittimo mondiale. L’amministrazione egiziana ha un guadagno nella gestione del Canale, e per questo motivo il Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi nelle ultime ore aveva fatto forti pressioni a fin che la nave venisse scaricata dai container al fine di favorirne il disincaglio.
Non è chiaro ancora quando verrà riaperto il transito alle altre navi, ma ormai si va verso la via d’uscita della crisi. Immediata la reazione sul prezzo del petrolio, che è sceso di oltre il 2%, arrivando sotto i 60 dollari al barile, dopo i rialzi degli scorsi giorni dovuti proprio all’incidente di Suez.
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