Lo skiff Ate, giunto secondo all’esordio nel campionato universitario 1001Vela cup, rispetta il regolamento di classe R3, adottato per le competizioni 1001Vela, il quale prevede che le dimensioni massime siano 4.60m di lunghezza per 2.10m di larghezza, 33mq di vele, una sola appendice oltre al timone, nessuna concavità sull’opera viva, ma soprattutto richiede che il 70% in peso di materiale sia di origine vegetale o animale e che la progettazione e costruzione siano interamente affidate agli studenti universitari.
Le origini di Ate risalgono al 2011, quando con la liberalizzazione dei materiali compositi viene messa in cantiere l’idea di Areté, prima imbarcazione in fibra di lino dell’intera flotta varata nel 2012.
Quattro anni di sperimentazione e studi hanno portato poi al progetto di Ate, con il lino che ha fatto la sua comparsa anche su imbarcazioni di alcuni team rivali.
Padova rimane comunque all’avanguardia per i metodi di costruzione in quanto Ate è la sola imbarcazione ad essere stata prodotta per infusione unica di core (di balsa) e pelli. Il 70% di Ate (scafo e coperta) è quindi in materiale naturale (balsa, lino ed okoumè per le strutture interne con qualche rinforzo in massello) a cui si aggiunge un 30% di resina epossidica. Un’altra sfida questa per il gruppo, guidato dal Prof. Andrea Lazzaretto e coordinato per quest’anno dal Dott. Fabrizio Medeossi, che da qualche anno ha intrapreso uno studio sulle resine bio con l’ambizioso obiettivo Di raggiungere il 100% Di materiale biocompatibile.
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