martedì 8 ottobre 2024
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Ancora poche ore di ossigeno per i dispersi del San Juan

Finirà oggi la scorta di ossigeno nel sottomarino, nel frattempo si parla di esplosione a bordo

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Atlantico settentrionale - La speranza di trovare in vita i 44 marinai del sommergibile argentino San Juan disperso da mercoledì scorso, sono passate dall’avere davanti a sé giorni di ricerca a ore, e oggi si passerà ai minuti dal momento che le riserve di ossigeno all’interno del sommergibile tra non molto si esauriranno. Quindi anche nel caso in cui qualcuno nel San Juan sia ancora vivo, oggi finirà l’aria.

Al momento ci sono circa 4.000 persone impegnate nelle operazioni di ricerca. Chi a bordo delle 40 navi, 20 pescherecci e 10 aerei che continuano a scandagliare enormi zone di mare e chi nei laboratori a studiare qualsiasi cosa possa avere a che fare con il San Juan da cui ieri è arrivata la notizia che il rombo registrato il giorno della sparizione del sommergibile e successivamente indicato come rumore ambientale è in realtà un esplosione. Lo stesso girono della scomparsa del sommergibile, poche ore dopo l’ultimo contatto radio e a trenta miglia da dove questo è avvenuto, in fondo al mare c’è stata una forte esplosione.

Non c’è la certezza che l’esplosione si sia generata nel sommergibile, ma la marina Argentina ritiene l’ipotesi molto plausibile. Nessuno comunque può dire la natura di questa e nessuno può dire se l’esplosione ha coinvolto l’intero sommergibile o solo una parte.

Già nell’incidente del Kurk, un sommergibile nucleare russo che nel 2000 fu coinvolto in un drammatico incidente e protagonista di un’enorme operazione di salvataggio, purtroppo non riuscita, ci fu un esplosione. Durante un’esercitazione scoppiarono alcuni siluri che distrussero parte del sommergibile. Ventisette uomini riuscirono a rifugiarsi dentro un compartimento rimasto illeso dove resistettero diversi giorni fino a quando per loro non ci fu più speranza quando finirono la riserva di ossigeno.

Purtroppo anche nello San Juan l’ossigeno è prossimo a finire e nessuno ha ancora un’idea di dove lo scafo possa essere.

Dopo la fine dell’ossigeno rimarrà ben poco tempo agli uomini eventualmente ancora in vita, una volta terminata la riserva che si trova nei locali, la morte per asfissia sarà inevitabile.

Nel frattempo i parenti dei 44 marinai, che si sono radunati nella base navale da dove è partito il sommergibile, stanno protestando e chiedendo a gran voce che il comandante della base sia posto agli arresti considerando questo colpevole di quanto accaduto anche se nessuna inchiesta ha ancora dato alcun risultato e nessuno sa cosa sia effettivamente accaduto.

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