Probabilmente la causa dell’incidente è stata un’infiltrazione d’acqua alla quale è seguita un esplosione nella sala batterie.
Per cercare il San Juan furono messe in campo forze enormi. Oltre 4.000 persone di diversi paesi furono coinvolte. Decine di navi ed elicotteri perlustrarono l’Atlantico per cinque giorni, in una spasmodica corsa contro il tempo, quando poi, a bordo, si calcolò, l’ossigeno era irrimediabilmente finito, si mise fine alla ricerca.
Oggi a distanza di un anno l’Argentina vuole ancora sapere cosa è accaduto e ha ingaggiato la Seabed Constructor, la stessa nave che ha cercato i resti del volo della Malaysia Airlines MH370 precipitato l’8 marzo del 2014.
La Seabed Constructor può effettuare ricerche sino a 6.000 metri di profondità, il che significa nella maggior parte dei mari del mondo.
Se si riuscirà a rintracciare il San Juan e riportare a galla lo scafo con i suoi 44 marinai che a quel punto avranno una degna sepoltura, la nave avrà un premio di 7,5 milioni di dollari.
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