Le notizie non sono molte e per quel poco che si è riusciti a sapere, sembra che l'amministratore delegato della società Giulio Lolli, ora irreperibile, vendesse le barche dei marchi da lui rappresentati a più armatori contemporaneamente, aprendo a nome di questi dei leasing sulla base di documenti contraffatti e incassandone le erogazioni. La truffa, ben congeniata, si basava sul fatto che i registri delle capitanerie di porto non sono informatizzati e i diversi uffici non comunicano tra di loro. Oltre ad immatricolare la stessa barca in più capitanerie, Lolli, le iscriveva anche nei registri della Repubblica di San Marino. Dopo qualche mese dall’apertura dei contratti di leasing, la società denunciava il furto della barca e le assicurazioni ripagavano gli istituti di leasing mettendo la parola fine alla singola operazione. Quello che ancora non è chiaro è come facesse Lolli a non farsi denunciare dai clienti che avevano acquistato la barca fantasma e versato il primo acconto.
Con Lolli, sono iscritti nel registro degli indagati altre quattro persone collegate alla società, dei quali ancora non sono stati resi pubblici i nomi. Vittime della truffa, oltre a diversi clienti, anche un importante istituto di leasing italiano e uno di San Marino che hanno perso diversi milioni di euro.
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