Cheminées Poujolat è infatti in fuga solitaria, essendo passato incolume attraverso il sistema di bassa pressione che ha flagellato il gruppo nelle prime ore immediatamente seguenti il via. Mentre l'Open60 di Bernard Stamm si trova a quattrocento miglia da Capo Verde, il più vicino degli inseguitori, Spirit of Yukoh, è localizzato trecento miglia più a nord.
Gli altri partecipanti, terminate le lunghe soste resesi necessarie per riparare i danni provocati dal maltempo, hanno pian piano ripreso il mare e si ritrovano ora divisi in due gruppetti. Il primo, composto da Mike Golding e Alex Thompson, due tra i maggiori favoriti al successo finale, è localizzato a oltre seicento miglia dal leader; il secondo, di cui fanno parte Sir Robin Knox-Jonstone, Unai Basurko e Graham Dalton - unitosi alla regata dopo aver risolto i problemi strutturali che gli avevano impedito di partire assieme agli altri - è invece molto più indietro.
Il morale è comunque alto a bordo di ciascuno scafo e nemmeno i nuovi problemi che hanno colpito Basurko, hanno inciso più di tanto sulla psiche dell'atleta basco, pronto a sostituire l'autopilota a La Coruna e a ripartire, seppur con un ulteriore ritardo di due giorni.
Pare invece ormai sfumata la partecipazione di Tim Troy, che nonostante abbia preparato la barca in modo finalmente adeguato, si è visto chiudere la linea di partenza del Comitato di Regata.
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