Dove vive Darby le onde che arrivavano sulla spiaggia non erano sufficientemente alte per fare surf, lo sport che stava spopolando negli Stati Uniti negli anni 60, così Sydney si ingegnò per trovare una soluzione ed ebbe l’idea di mettere su di una tavola un albero con una vela. Si trattava di un albero leggero con un asse trasversale che sorreggeva una vela fatta a rombo.
Più tardi Darby perfezionò la sua invenzione. Lui e sua moglie capirono che quell’oggetto poteva avere un valore commerciale e decisero di brevettare l’idea, ma quando si resero conto che il brevetto avrebbe avuto un costo in avvocati che andava ben oltre le loro possibilità dovettero rinunciare, ma non per questo Darby smise di costruire quelle che lui chiamò Wilkes Barre, le tavole a vela.
La tavola di Darby cominciò a diffondersi e una decina di anni dopo altri due americani, Jim Drake e Hoyle Schweitzer, la perfezionarono e la brevettarono. Da prima la chiamarono Skate, poi Baija Board e infine Windsurf.
Sydney Newman Darby Jr si fece avanti per reclamare la paternità dell’invenzione, ma i due non vollero riconoscergli nulla e Darby ingaggiò con questi una battaglia legale che durò anni senza che lui ne ebbe mai un ritorno economico, anche se con il tempo apparve chiaro a tutti che il vero padre del Windsurf era lui.
La battaglia legale tra Jim Drake e Hoyle Schweitzer e Sydney Newman Darby Jr, ebbe il risultato di spegnere, negli anni 90, il boom che il windsurf aveva incontrato a partire dai primi anni 80.
Darby continuò ad andare in windsurf fino a 70 anni.
© Riproduzione riservata