Dopo circa 15 anni, lo Stato è finalmente riuscito a superare una legge che rappresentava l’incompetenza di molti legislatori e ha istituito la figura dell’Ufficiale del diporto di 2 classe, permettendo così agli skipper professionisti di operare in regola con le norme. Vediamo come funziona questa nuova figura e cosa è cambiato da quando è stato emanato il decreto.
Dopo anni di un difficile percorso legislativo, nel 2024 è stata finalmente introdotta la figura professionale dell’Ufficiale di 2 classe del diporto, conosciuto comunemente come skipper professionista.
Questo passo legislativo, che coinvolge tutti gli skipper nel settore charter per imbarcazioni sotto i 24 metri, non è però ancora del tutto concluso.
Per ottenere il patentino di Ufficiale di 2 Classe è necessario superare un esame (di cui riportiamo il programma più avanti).
A oggi, nonostante siano trascorsi diversi mesi dall’istituzione di questa nuova figura professionale, nessuna Capitaneria ha ancora fissato le date per gli esami, e a quanto pare, nessuna ha ricevuto direttive precise dal Ministero su come dovranno essere svolti.
Siamo a inizio ottobre e il tempo a disposizione degli skipper non è molto: la maggior parte di loro riprenderà a lavorare tra aprile e maggio, e una volta iniziata la stagione, sarà difficile dedicare tempo alla preparazione e allo svolgimento dell’esame.
Abbiamo intervistato Mario Cudia, skipper e vicepresidente dell’AIS, l'Associazione degli Skipper Italiani, per farci un'idea della situazione attuale.
SVN – Al momento non ci sono aggiornamenti sugli esami?
M.C. – No, nulla. Molti di noi hanno chiesto informazioni a diverse Capitanerie, ma nessuna ha fornito indicazioni sulle date degli esami.
SVN – Quindi, al momento, la legge è inutile?
M.C. – Non del tutto. Esistono alcune condizioni che permettono di ottenere il patentino senza dover sostenere l’esame.
SVN – Quali sono queste condizioni?
M.C. – Principalmente due
a) Possedere la patente per navi da diporto da più di tre anni.
b) Avere più di 50 anni e dimostrare di svolgere l’attività di skipper da oltre dieci anni. In questo caso, è necessario solo l’esame pratico, mentre quello teorico non è richiesto.
SVN – Come si può dimostrare di svolgere l’attività di skipper da più di dieci anni?
M.C. – È sufficiente possedere una partita IVA come skipper da oltre dieci anni per richiedere il titolo senza dover sostenere l’esame.
SVN – Senza esame, avete continuato a operare in modo irregolare?
M.C. – Sì, in pratica siamo stati costretti a operare in modo non conforme alle normative.
SVN – Ci sono state le stesse multe degli scorsi anni?
M.C. – Dipende molto dalla Capitaneria. Alcuni comandanti hanno applicato multe, mentre altri hanno compreso la situazione e sono stati più tolleranti. In generale, però, non c’è stata la stessa “caccia allo skipper” registrata negli anni scorsi.
SVN – Avete stimato quanto costerà ottenere il titolo?
M.C. – Sì, il costo complessivo, inclusi i corsi obbligatori, si aggira intorno ai 1.000 euro.
SVN – Ci sono problemi per i corsi?
M.C. – No, per la maggior parte dei corsi non ci sono problemi, tranne che per quello di pronto soccorso. Non è chiaro se dobbiamo seguire il corso Elementary o il First Aid, che dura tre giorni e si svolge in ospedale. Questo rende la situazione più complessa, poiché gli ospedali spesso non offrono disponibilità.
Corsi obbligatori
Ora vediamo nel dettaglio quali sono i corsi che bisogna fare:
- Corso di sicurezza personale per la navigazione d’altura: organizzato presso istituti, enti o società riconosciuti dall’Amministrazione, come la Federazione Italiana Vela o le associazioni nazionali di categoria maggiormente rappresentative.
- Corso antincendio di base.
- Corso di pronto soccorso BLS (secondo le direttive del Ministero della Salute, ancora in parte da chiarire)
- Certificato GMDSS: ottenere il certificato di radio operatore GMDSS Short Range.
Gli esami da fare
Al momento nessuna Capitaneria ha stabilito le date per gli esami, ma il programma da studiare è già noto.
L’esame si compone di una parte teorica e una parte pratica. La prova teorica consiste in un colloquio per verificare la preparazione del candidato sui temi previsti dal programma.
La prova pratica prevede una dimostrazione in acque marittime su una barca di almeno 15 metri di lunghezza, senza specificare però se questa deve essere a vela o motore e avere uno o due motori.
Durante questa prova, il candidato deve dimostrare abilità nella conduzione dell’imbarcazione e nell’esecuzione delle manovre, come il recupero di uomo in mare, l’ormeggio, il disormeggio e l’ancoraggio.
Il candidato deve anche mostrare di saper adottare misure preventive per la sicurezza e affrontare condizioni meteo avverse, dimostrando competenza nell’uso delle dotazioni di sicurezza, dei dispositivi di salvataggio e degli strumenti antincendio presenti a bordo.
In sintesi, l’esame pratico richiede che il candidato sia in grado di condurre l’unità in modo sicuro, eseguendo manovre fondamentali utilizzando con precisione i mezzi a disposizione.
In pratica, questa prova si avvicina a quella richiesta per l'esame della patente nautica, con qualche ulteriore dettaglio riguardante la gestione della sicurezza e delle emergenze in mare.
Gli argomenti del programma d’esame teorico:
- Teoria della nave - Conoscenza degli elementi di teoria e di stabilità della nave, inclusi gli effetti dell'elica e del timone
- Motori - Comprendere il funzionamento dei sistemi di propulsione a motore, l’uso dei macchinari ausiliari e la gestione di eventuali avarie. Calcolo dell'autonomia in relazione al consumo di carburante
- Sicurezza della navigazione - Conoscenza delle norme di sicurezza, delle dotazioni e dei mezzi di salvataggio, inclusi estintori e cassetta di pronto soccorso. Prevenzione degli incendi e misure da adottare per emergenze come incendi, collisioni, falle, incagli, avarie ai mezzi di governo, fuoriuscita di sostanze inquinanti o uomo in mare. Precauzioni da prendere per la sicurezza durante la navigazione in condizioni meteorologiche avverse. Uso corretto dei segnali di salvataggio e degli apparati radio di bordo, con riferimento alle procedure di assistenza e soccorso. Conoscenza del codice internazionale dei segnali
- Manovre e condotta - Precauzioni da adottare durante l’ingresso e l’uscita dai porti, nelle navigazioni costiere e nelle aree con altre attività nautiche. Manovre fondamentali come l’ormeggio, il disormeggio e il recupero di uomo in mare
- Colreg e segnalamento marittimo - Regole per evitare collisioni in mare, segnali luminosi e marittimi, norme di circolazione nelle acque interne e lista dei fari e segnali da nebbia
- Meteorologia - Conoscenza degli elementi meteorologici fondamentali, come la pressione, la temperatura e l'umidità, e la capacità di interpretare bollettini meteorologici per la navigazione
- Navigazione cartografica ed elettronica - Uso delle carte nautiche, tecniche di navigazione costiera e stimata, strumenti elettronici di bordo, bussola e calcolo delle rotte
- Normativa diportistica e ambientale - Conoscenza delle leggi e dei regolamenti relativi alla navigazione da diporto, compresi i poteri e le responsabilità del comandante, i documenti da tenere a bordo e le norme che regolano il conferimento dei rifiuti e la protezione delle aree marine
I programmi d’esame, sia teorico che pratico, sono basati sugli argomenti già previsti per la patente nautica e non dovrebbero rappresentare un ostacolo per chi svolge da anni l'attività di skipper.
© Riproduzione riservata