Una volta si diceva che un cantiere se non partecipava al Salone Nautico di Genova non esisteva. Poi il Nautico con la crisi del 2008 ha perso colpi e lo scettro è passato al Boot di Dusseldorf, il più grande salone nautico annuale della Germania.
L’edizione di quest’anno, dopo due anni di pausa a causa della pandemia, ha aperto i battenti sabato 21 gennaio e liha chiusi oggi. domenica 29 gennaio.
Indubbiamente il Boot, anche se ci sono segnali che il vento stia cambiando e il salone si è molto ridimensionato, rimane uno dei più importanti saloni europei, se si vuole vedere una barca importante si viene qui e non partecipare a questo evento non viene percepito come un buon segnale e fa scattare alcuni campanelli di allarme.
Nell’edizione in corso non è presente il gruppo Hanse, produttore di diversi marchi a vela e a motore tra i quali Hanse, Dehler e Moody.
Sembra che il gruppo ufficialmente non abbia voluto partecipare perché ritiene che il Boot sia troppo costoso per il ritorno che offre, questa tesi è sostenuta anche da altri produttori.
Per quanto il Boot sia un salone effettivamente molto costoso, per Hanse non partecipare è un vero peccato perché, dopo anni in cui il cantiere Hanse, il principale marchio del gruppo, presentava solo restyling, dall’anno scorso è tornato a produrre progetti nuovi e innovativi.
Nel 2021 l’Hanse 460 e nel 2022 l’Hanse 510, quest’ultimo non è ancora mai stato esposto e il Boot sarebbe stata la vetrina perfetta.
E’ probabile che la non partecipazione del gruppo al salone tedesco derivi anche, almeno in parte, dai risultati dell’ultimo bilancio per il quale è stata dichiarata una perdita del 5%.
Il sentiment intorno al gruppo non è dei più positivi. Nell’ultimo anno il titolo HanseYacht AG quotato a Francoforte ha perso oltre il 50% del suo valore (il 20gennaio 2021 valeva 5.65 euro; il 20 gennaio 2022, il suo valore era di 2,71 euro).
Tuttavia molti credono che il gruppo si riprenderà presto. Quest’anno si sono liberati della Prestige, il cantiere produttore di catamarani acquistato pochi anni fa che non è mai andato in utile e che rappresentava una zavorra per le già provate finanze del gruppo tedesco.
Quest’anno poi c’è stato un cambio al vertice e il vecchio CEO ha lasciato il posto a Hanjo Runde, il terzo CEO nel giro di 4 anni.
In molti credono che sarà lui l’uomo che riporterà i conti di Hanse in positivo.
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