Fuori, sul ponte, la notte è fredda. E’ novembre e anche se la nave sta navigando davanti alle coste campane, il termometro segna appena dieci gradi. Micki Kanesaki, moglie dell’avvocato di Washington Lonnie Kocontes, dopo essere rientrata in cabina con il marito, esce di nuovo sul ponte e sparisce.
Nessuno l’ha vista. Tutti gli uomini dell’equipaggio la cercano ovunque. Di sparizioni sulle navi da crociera, l'equipaggio ne sente parlare spesso e in molti immaginano cosa possa essere successo.
Il corpo della signora Kanesaki viene ritrovato qualche giorno più tardi sulle coste calabre. Intorno al collo evidenti segni di strangolamento, è stata uccisa e gettata in mare.
Il marito dichiara di non sapere nulla. Non idea di chi possa essere stato e perchè. Dice di non aver più visto la moglie dopo mezzanotte, quando la signora è uscita sul ponte. L’FBI, che ha mandato una squadra in Italia per indagare, non gli crede. Gli agenti avvertono che nell’uomo c’è qualcosa di poco chiaro. Poco chiaro è anche il rapporto tra lui e la signora Kanesaki, i due coniugi che erano separati, litigano spesso, ma vivono nella stessa casa. L'FBI nonostante abbia forti sospetti sul marito non può fare nulla, non ci sono prove, nessuno ha visto nulla.
Kocontes, tornato negli Stati Uniti, scompare nell’anonimato e la polizia sul caso ci mette una pietra sopra. Ma nel 2008, l’avvocato cerca di trasferire un milione di euro all’estero attirando di nuovo l’attenzione dell’ FBI. Il trasferimento puzza di attività illegale, come altre operazioni che l’avvocato di Washington sembra condurre.
Gli agenti cominciano a indagare e nel cercare una cosa, trovano qualcos'altro, le prove che la morte della signora Kanesaki sia stata meticolosamente pianificata dal marito. Altri cinque anni d’indagini e alla fine scattano le manette. Lonnie Kocontes è arrestato per l’omocidio premeditato della moglie Micki Kanesaki.
Pensare che quello di Micki Kanesaki, sia un caso isolato, è sbagliato, la casistica delle sparizioni a bordo delle navi da crociera, è piuttosto ampia. C’è chi cade in mare perché è ubriaco, chi si cimenta in qualche stupido gioco che finisce quindici metri più in basso in un mare che non lascia scampo, chi, poi, è spinto, gettato, obbligato a gettarsi in mare. I casi sono molti, tanti che alcune compagnie di navigazione hanno istallato delle telecamere lungo i ponti, per controllare cosa avviene su di questi. L’ultimo di questi casi che si è guadagnato gli onori della cronaca nel nostro paese, fu quello dell’aiuto cuoco italiano Angelo Faliva, scomparso nel novembre 2009, mentre era in servizio sulla Coral Princess al largo della Colombia. Di lui non si è più saputo nulla.
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