Per i lavori furono spesi 46 milioni di euro, soldi pubblici, che furono gestiti dalla Protezione Civile di Guido Bertolaso alla quale il governo Berlusconi aveva affidato, sollevando molti dubbi e proteste, la gestione dei Grandi Eventi.
Quei lavori oggi si è scoperto che furono gestiti dalla Mafia con la complicità di diversi politici. L’indagine che riguarda l’infiltrazione mafiosa in quell’appalto, ha portato, questa mattina, all’operazione condotta dalla Guardia di Finanza e della Polizia di Stato denominata “Corrupti Mores”.
Nell’ambito di questa sono stati sequestrati agli imprenditori edili siciliani, Francesco e Vincenzo Morici, su proposta del questore di Trapani, beni immobili e mobili per un valore di 30 milioni di euro. I sequestri sono avvenuti a Roma, Milano, Gorizia e Pordenone.
L’accusa per i due Morici, padre e figlio, che al momento sono incensurati, è di appartenere al gruppo di imprenditori che il numero uno della Mafia, Matteo Messina Denaro, utilizzava per gestire gli appalti pubblici nel trapanese.
Nell’inchiesta sono coinvolti anche il Senatore del PDL Antonio D’Alì, ex sottosegretario del governo Berlusconi accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e in attesa di processo con rito abbreviato, e il re dell’Eolico, Vito Nicastri, nei confronti del quale, il 3 aprile scorso, è scattato un sequestro record per 1,3 miliardi di euro.
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