La burrasca non era stata prevista e per questo nessuno si era opposto alla partenza della regata che aveva messo in mare 100 barche.
Inizialmente, nelle prime ore dopo la tragedia, si erano trovati due corpi e si sperava di riuscire a trovare qualcun altro vivo, nonostante all’appello mancassero quattro persone, ma con il passare del tempo le speranze sono scemate e giovedì, quando sono stati trovati altri due corpi, lo sceriffo ha dichiarato che non c’è più alcuna speranza per gli ultimi due uomini di cui i corpi non sono ancora stati trovati.
Le vittime, tutti uomini, avevano tra i 17 e i 71 anni.
Un testimone ha raccontato: “Avevamo una barca davanti a noi a circa 900 metri, stavamo entrambi avanzando di bolina con un bel vento, quando ho visto la vela della barca davanti esplodere, dopo pochissimo un muro di vento ci ha investito a 80 nodi. Il mio 30 piedi si è sdraiato sull’acqua e ha iniziato subito a imbarcare acqua. Abbiamo cercato di azionare la grossa pompa di sentina attivata dal generatore, ma non sembrava fosse sufficiente. L’acqua continuava a salire ed io ho pensato che era finita, quindi ci siamo preparati ad abbandonare la barca, ma proprio quando eravamo pronti a gettare in mare l’autogonfiabile, il vento è sparito, la barca si è rialzata. Come era arrivato, il vento, era scomparso.”
Il National Weather Service in Mobile ha spiegato come la tempesta che ha investito Mobile Bay in effetti sia nata in Texas come semplice turbolenza, poi, avanzando verso l’Atlantico, si è caricata di acqua e alla fine è esplosa, in modo piuttosto improvviso con la violenza che ha determinato la tragedia della Dauphin Island Sailing Regatta.
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