Il drone si è alzato in volo e rapidamente ha individuato un trasmettitore di emergenza personale, uno di quei trasmettitori a corto raggio che si attaccano ai giubbotti salvagenti, nascosto sulla pista dell’aeroporto.
La dimostrazione è stata considerata dagli esperti molto convincente. Il Larus è un progetto che vede la creazione di droni a lungo raggio per la ricerca di naufraghi, di barche e di navi in difficoltà.
L’utilizzo dei droni parte dall’idea che ogni azione di salvataggio debba essere preceduta dall’individuazione del punto in cui si trova l’unità o il naufrago oggetto della richiesta di soccorso.
Solitamente sono i ricognitori della marina o i grandi aerei come i C 130 a individuare il punto in cui si trova il naufrago seguendo le coordinate lanciate dall’Epirb per poi comunicarlo agli elicotteri o alle navi che vanno al salvataggio.
Il lavoro degli aerei potrebbe essere svolto dai droni con il vantaggio che, con costi molto minori di quelli richiesti dal volo di un aereo come un C 130, potrebbero sorvolare la zona in più unità riducendo notevolmente i tempi di ricerca.
Il drone potrebbe fare anche da ponte radio, nel caso il trasmittente dell’unità in difficoltà non avesse la potenza necessaria per raggiungere i soccorritori, questo soprattutto nei casi d’interventi medici d’urgenza effettuati dall’equipaggio guidato via radio da un medico.
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