Ma quello che ha attirato l’attenzione di tutta la stampa non è stata l’elezione del nuovo presidente che è e rimane un atto interno a uno yacht club seppur importante come lo YCI, ma la brutta uscita di scena di Carlo Croce, l’ex presidente del circolo e, soprattutto, ex presidente della FIV e dell'allora ISAF.
Croce, avrebbe voluto e chiesto insistentemente che la direzione generale seguisse la consuetudine applicata in caso di candidatura unica, che vuole che la Direzione Generale, rinunciando al suo diritto di voto autonomo, scelga per la presidenza colui che ha raccolto il maggior numero di voti tra i soci, ma in questo caso i candidati erano due e la Direzione Generale ha inteso esercitare quello che era un suo diritto, scegliere colui che era ritenuto essere il miglior candidato tra i due.
Nel momento in cui è stato chiaro che la Direzione avrebbe votato in autonomia, Croce si è alzato e ha abbandonato la Direzione insieme a cinque suoi fedelissimi.
Un gran brutto modo di uscire di scena che inficia le poche cose buone che pure il presidente ha fatto per la vela italiana e che denuncia come a volte si perda di vista che le cariche elettive non sono dei diritti acquisti e inalienabili.
© Riproduzione riservata