venerdì 18 luglio 2025
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Esplosione sulla petroliera Vilamoura tra Libia e Sicilia: sospetti di sabotaggio ucraino

Una petroliera con un milione di barili esplode tra Libia e Sicilia. Nessun ferito. Le barche che navigano tra la Sicilia e la Libia, sono al sicuro?

La petroliera Vilamoura rimorchiata verso il porto del Pireo dopo l’esplosione avvenuta tra la Libia e la Sicilia. L’incidente ha causato gravi danni tecnici, ma nessuna fuoriuscita di petrolio
La petroliera Vilamoura rimorchiata verso il porto del Pireo dopo l’esplosione avvenuta tra la Libia e la Sicilia. L’incidente ha causato gravi danni tecnici, ma nessuna fuoriuscita di petrolio
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Una violenta esplosione ha colpito la petroliera Vilamoura, battente bandiera delle Isole Marshall, mentre si trovava tra la Libia e la Sicilia. La nave trasportava circa un milione di barili di petrolio russo.

Secondo quanto riportato da Bloomberg, lo scoppio ha provocato l’allagamento della sala macchine e reso inutilizzabile il sistema di governo, costringendo al rimorchio verso il porto del Pireo. Fortunatamente, non si registrano vittime o feriti tra l’equipaggio, né sversamenti in mare.

La Vilamoura è di proprietà della Tms Tankers Ltd, compagnia dell’armatore greco George Economou. Ufficialmente era impegnata nel trasporto di petrolio kazako, caricato nei porti russi di Us-Luga e Novorossijsk a partire da aprile. Tuttavia, i servizi ucraini la considerano una nave ombra russa, parte della rete che aggira l’embargo energetico imposto da Europa e Stati Uniti.

Proprio questa rotta ha attirato l’attenzione degli esperti di sicurezza marittima: secondo Vanguard Tech, società britannica specializzata nella gestione del rischio navale, la Vilamoura è solo l’ultima di una serie di petroliere colpite da esplosioni dopo scali nei porti russi. Dall’inizio dell’anno, almeno altre quattro navi hanno subito danni simili.

Ipotesi di sabotaggio ucraino

L’origine dell’esplosione rimane ufficialmente sconosciuta, ma analisti greci della società Diaplous – equivalente ellenico della Vanguard Tech – citati dal quotidiano greco Kathimerini, ipotizzano un’azione di sabotaggio. Secondo gli esperti, l’impiego di bombe magnetiche per colpire petroliere richiede elevata preparazione tecnica e supporto logistico, indicando il possibile coinvolgimento di attori statali o paramilitari.

Il sospetto ricade su gruppi legati all’Ucraina, inclusi corpi speciali e contractor. L’obiettivo sarebbe quello di ostacolare il traffico illegale di petrolio che elude le sanzioni occidentali imposte alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina.

Preoccupazioni per la sicurezza nel Mediterraneo

Le indagini sono ancora in corso, ma cresce la preoccupazione per la sicurezza delle rotte petrolifere internazionali, soprattutto in aree prossime all’Italia. Visti i ripetuti incidenti in acque vicine alle nostre coste, SVN ha chiesto a un rappresentante di una società specializzata in sicurezza marittima se questo conflitto silenzioso possa avere effetti anche sulla navigazione da diporto.

Il dirigente, che ha preferito rimanere anonimo, ha rassicurato sul fatto che non ci dovrebbero essere rischi nemmeno se una barca da diporto si trovasse nei pressi della nave colpita. Gli ordigni utilizzati in questi attacchi sono progettati per deflagrare verso l’interno della nave bersaglio, allo scopo di causare danni massimi alla struttura, ma ridurre al minimo l’impatto esterno.

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