Secondo i calcoli del Noaa, l'ente americano per l'oceano e l'atmosfera, la massa di detriti prodotta nelle citta più colpite di Iwate, Miyagi e Fukushima, ammonta a 22,53 milioni di tonnellate.
La maggiore quantità dei materiali, costituiti soprattutto da pezzi di edifici e di barche, è rimasta sulla terraferma. Una parte inferiore è affondata nel mare antistante, e, circa un milione di tonnellate vaga per l'oceano trasportato dalle correnti.
Il Noa ha calcolato che il prossimo inverno gli abitanti dell'atollo Midway, posizionato a 4 mila chilometri ad est di Tokyo, saranno i primi ad avvistare i resti del disastro giapponese.
"Le correnti oceaniche hanno rallentato il viaggio dei detriti rispetto a quanto avevamo calcolato in precedenza, ma la situazione è in continuo cambiamento - spiega Jan Hafner, uno dei ricercatori coinvolti nello studio dei movimenti - la nostra predizione è che arrivino all'atollo quest'inverno, mentre raggiungeranno le Hawaii nell'inverno tra il 2012 e il 2013".
A oggi, purtroppo, a causa delle possibili contaminazioni radioattive dovute all'incidente nucleare di Fukushima, i detriti che risultato essere stati smaltiti in modo permanente sono pari al 5,2%.
© Riproduzione riservata