L’allarme è scattato subito dopo la partenza, quando la nave si trovava a sette miglia di distanza dall’approdo ligure. Il probabile malfunzionamento del motore del frigorifero di un camion ha dato il via alle prime fiamme che si sono velocemente propagate ai mezzi vicini. I sistemi anti-incendio sono scattati immediatamente, anche se spegnere il focolaio è stato molto difficile (i vigili del fuoco sono stati impegnati anche durante questa mattina) per la presenza di numerosi elementi infiammabili in uno spazio ristretto.
L’Athara ha subito invertito la rotta, rientrando in porto alle 23, circa due ore dopo essere partito. I 124 passeggeri, tutti sani e salvi, non sono stati evacuati prima dell’1 di notte, dopo che l’incendio si è rinvigorito e il fumo ha raggiunto anche i ponti superiori. Inquietante la testimonianza di una delle persone a bordo. “La paura più grande – ha detto Francesco Milita al Secolo XIX – l’ho avuta in mare aperto. Pensavo a cosa sarebbe potuto succedere. Ma adesso sono arrabbiato, non dovevano tenerci chiusi nel traghetto con tutto quel fumo. Non possono dirci di stare tranquilli e anche di dormire a bordo quando tutta la nave è piena di fumo”.
© Riproduzione riservata