Golden Globe Race, la partenza
4 settembre 2022 - Sono partiti in 16 da Les Sables d’Olonne, per la seconda edizione del Golden Globe Race, il giro del mondo vintage che si ispira alle imprese dei pionieri dell’edizione del 1968.
Le regole del Golden Globe moderno, volute dal suo vulcanico organizzatore Don McIntyre, sono simili a quelle del giro del ’68: niente strumenti di navigazione moderni, niente gps o cartografici e satellitari, solo sestante e carte.
Il percorso sarà lo stesso del Vendée Globe, passando per i capi di Buona Speranza, Leuwin e Horn, per quasi 30 mila miglia.
I velisti in corsa per quest’avventura potranno contare solo sulle loro capacità di navigazione e interpretazione del meteo. Anche le barche sono state scelte cercando di rispettare lo spirito delle origini: non sono ammesse barche moderne, ma solo una serie di progetti datati 60-70.
I progetti ammessi al Golden Globe sono i seguenti: Westsail 32, Tradewind 35, Saga 34, Saltram 36, Vancouver 32 & 34, OE 32, Eric (sister ship to Suhaili), Aries 32, Baba 35, Biscay 36, Bowman 36, Cape Dory 36, Nicholson 32 MKX-XI, Rustler 36, Endurance 35, Gaia 36, Hans Christian 33T, Tashiba 36, Cabo Rico 34, Hinckley Pilot 35, Lello 34, Gale Force 34. Sono barche solide, pesanti e dislocanti, difficili da condurre negli Oceani del Sud.
L’edizione 2018-2019 è stata vinta in 211 giorni da Jean-Luc Van Den Heede su un Rustler 36, mitico navigatore francese che ha scritto anche un pezzo di storia dei primi Vendée Globe. Difficile che si possa scendere in quest’edizione sotto i 200 giorni. Alcuni dei 16 skipper in corsa avevano già tentato la partecipazione nella scorsa edizione, come l’indiano Abilash Tomy, l’australiano Mark Sinclair o il finlandese Tapio Lehtinen.
Al momento la flotta sta attraversando il Golfo di Biscaglia, con Cape Finisterre a fare da spartiacque. Una fase delicata l’inizio del giro del mondo, in cui è importante risparmiare le barche prima di andare ad agganciare, tra qualche settimana, l’Aliseo portoghese e le sue condizioni più stabili.
De Boer fa naufragio a Fuerteventura
19 settembre 2022 - Weekend di regata decisamente movimentato alla Golden Globe Race con la flotta dei solitari che in questi giorni sta attraversando le Canarie per proseguire verso Capo Verde.
Nella notte tra venerdì e sabato l’organizzazione della regata ha ricevuto una richiesta di soccorso. Il 56enne americano Guy De Boer con il suo Spirit, un Tashiba 36, ha fatto naufragio sull’isola di Fuerteventura, alle Canarie.
Spirit è finita contro delle scogliere non lontano da una spiaggia, e De Boer ha attivato il suo EPIRB. Poco prima lo skipper aveva tagliato il gate obbligatorio posizionato al Marina Rubicon di Lanzarote.
Contattato via VHF dalla Direzione della Corsa e dalla Guardia Costiera locale, inizialmente De Boer non conosceva la sua esatta posizione, comunicata successivamente ai soccorritori.
Lo skipper sembrava non avesse intenzione di abbandonare la barca, che però colpita dalle onde lo ha di fatto costretto alle prime luci dell’alba a scendere sulla zattera e raggiungere la scogliera non lontano dalla spiaggia dove sono arrivati i soccorsi.
Lo skipper è in buona salute e non ha riportato ferite. La barca è invece rimasta adagiata sugli scogli, inclinata di 45 gradi, ma è stato pompato fuori il carburante per evitare ulteriori rischi di danno ambientale.
Lo skipper americano con la sua assicurazione stanno valutando gli scenari possibili per il recupero dell’imbarcazione. Quello di De Boer è il secondo ritiro di quest’edizione, che sta andando comunque meglio della precedente.
Un incidente che sembra possa essere accaduto a causa della stanchezza, forse una fase di sonno prolungato. Le regole della regata impongono il divieto di usare cartografici o strumenti di orientamento moderni, un fattore che espone i concorrenti a dei rischi quando ci sono dei passaggi notturni vicino la costa.
In testa alla flotta al momento c’è il britannico Simon Curwen, che si trova a metà strada tra le Canarie e L’Arcipelago di Capo Verde, seguito a breve distanza dal finlandese Tapio Lehtinen e dall’indiano Abhilash Tomy.
La vita di bordo alla Golden Globe Race, la regata vintage
20 ottobre 2022 - La Golden Globe Race è entrata nell’emisfero sud, tutti i concorrenti rimasti in gara nel giro del mondo vintage hanno superato l’equatore per la prima volta durante la regata e navigano al largo del Brasile. La seconda volta si augurano sarà tra alcuni mesi, quando risaliranno l’Atlantico dopo avere attraversato gli Oceani del Sud, per fare ritorno a Les Sables d’Olonne.
In testa alla classifica c’è il britannico Simon Curwen a bordo di un Biscay 36, seguito a poco più di 100 miglia dall’indiano Abilash Tomy e dal resto del gruppo che in questo momento è ancora moderatamente compatto.
Risulta importante che la flotta non si sgrani troppo, perché in caso di emergenze negli Oceani del Sud può essere utile ricevere assistenza da un concorrente vicino.
Nel frattempo al gate obbligatorio delle Canarie i concorrenti hanno consegnato le riprese effettuate durante questa prima parte di corsa, immagini molto interessanti perché ci parlano di una vela una volta tanto più “comune”: barche lente e dislocanti, con interni in legno, fiocchi tangonati, sartie volanti e mani di terzaroli.
Tutto il contrario della vela dei moderni Imoca 60 e simili. Una vela che se raccontata come si deve può ancora avere il suo fascino, come dimostrano le immagini diffuse dai concorrenti del Golden Globe 2022.
Nel video in apertura dello skipper Guy Waites che riassume la navigazione da Les Sables a Lanzarote, si apprezza molto della vita quotidiana in una regata come questa.
Lo skipper affida le sue riflessioni alla telecamera, sulle manovre e sulla sua condizione, e poi mostra alcune sequenze di navigazione sotto gennaker e altre con la vela all’interno dopo l’ammainata.
Si nota anche la grande quantità di gasolio, stivato nelle taniche a centro barca, che i solitari devono imbarcare per garantirsi energia a sufficienza per tutto il giro del mondo.
Basta osservare questi frame e vedere gli interni e gli spazi della barca per immaginare quanto possa essere dura una navigazione che per il più veloce della flotta è stimata in non meno di 200 giorni, per il più lento si possono superare anche i 250.
Di bolina fa un certo effetto vedere i grossi genoa da manovrare per questi solitari, con gli alberi che si reggono anche grazie le sartie volanti, qualcosa di impensabile per le barche moderne.
Indipendentemente da chi vincerà e dal regolamento un po’ eccessivo a proposito del divieto di utilizzare qualsiasi mezzo di orientamento e comunicazione moderno, il Golden Globe resta un’impresa marinaresca titanica, e basta questo per raccontarla.
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