L'articolo, scritto dalla dott.ssa Kristen Thompson, scienziata della fauna marina presso l'Università di Exeter nel Regno Unito, si basa su uno studio pubblicato lo scorso ottobre sulla rivista Royal Society Open Science.
La megattera fu cacciata in particolare per la sua carne, la sua pelle e il suo grasso per tutto il XIX secolo e parte del XX secolo.
A salvare le megattere fu soprattutto il divieto di caccia firmato dai paesi membri della International Whaling Commission (IWC) nel 1986.
La presenza delle megattere nei nostri mari non ha solo una valenza animalista, ma anche una ecologista visto che questi animali hanno la capacità di immagazzinare circa 33 tonnellate di CO2, una quantità enorme per un singolo animale.
Questo dato, moltiplicato per il numero di queste balene presenti nel solo Antartico, da come risultato una quantità di CO2 pari a quella generata in un anno da un piccolo paese come il Belize.
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