Il problema dell’acqua alta non interessa solo la nostra Venezia ma ci sono tante altre città nel mondo in pericolo per questo motivo, sia in zone del pianeta molto povere e considerate a rischio, sia nell’occidente tecnologico e all’avanguardia. Una di queste è Miami, simbolo della Florida americana, città da sempre affiancata anche al turismo, alla nautica con l’interessante boat show internazionale che si svolge in città, e anche al mondo della vela dato che la città affacciata sul mare è stata spesso sede di importanti eventi velici.
Un recente studio della National Oceanic and Atmospheric Administration ha stimato che entro il 2060, quindi un tempo neanche tanto lungo, l’acqua a Miami si alzerà di 60 cm. Un’enormità. Un fatto che se si avverasse nei tempi descritti sarebbe una catastrofe, soprattutto se non venissero prese in tempo le dovute contromisure.
Nell’ultimo secolo l’aumento del livello del mare in alcune zone della costa è stato di 30 cm, ma i cambiamenti climatici e il riscaldamento delle acque, con le sempre più frequenti tempeste che investono la costa, sta accelerando in maniera vertiginosa il processo di erosione del territorio e quindi della città. L’energia sprigionata nel mondo per provocare tali cambiamenti di temperatura è pari, ha calcolato l’Università di Oxford, a una bomba atomica della stessa potenza di quella sganciata dagli americani sul Hiroshima nel 1945.
Il piano messo a punto dall’amministrazione di Miami per salvare la città, consiste nell’alzare il livello delle strade e dei quartieri, concentrare le nuove costruzioni in zone distanti dalla costa e creare ampi spazi dove far defluire l’acqua dell’alta marea.
Una soluzione che agli scienziati non credono essere adeguata. Le previsioni dicono che già in 10 anni l’aumento sarà di almeno 15 cm, e che per la fine del secolo addirittura si potrebbe arrivare a un metro e mezzo il che significherebbe che la maggior parte delle strade della zona della città che costeggia il mare finirebbero sott’acqua e non sarebbero più transitabili come centinaia di costruzioni non sarebbero più agibili, tra queste ospedali e costruzioni di servizio al pubblico.
Miami, quindi, deve fare i conti con la concreta possibilità che fino a un terzo della sua popolazione debba spostarsi nei prossimi decenni verso altre zone, con un possibile stravolgimento della costa e risvolti ancora ignoti per le attività turistiche.
Il clima sta cambiando – Articolo inchiesta di SVN di dicembre 2019
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