La nave, una copia della fregata mercantile Bounty, protagonista di un famoso ammutinamento nel 1789, è stata colpita nella notte tra domenica e lunedì dall’uragano Sandy con venti superiori ai 70 nodi e onde alte oltre i 6 metri.
L’equipaggio ha combattuto sino all’ultimo per salvare la nave, ma quando è stato chiaro che entrava più acqua di quanta le pompe riuscissero a gettare fuori, al comandante Robin Walbridge non è rimasto altro che ordinare l’abbandono della nave.
Sono state gettate in acqua le zattere di salvataggio. Il mare era molto mosso e il vento non dava tregua, raggiungere le zattere, ha raccontato uno dei sopravvissuti, non è stato semplice. Delle 16 persone a bordo solo 14 ci sono riuscite, il marinaio Claudene Christian, è stata la prima vittima dell’uragano Sandy ed è morto prima di riuscire a raggiungere una delle zattere, l’altro è il comandante della nave, uno degli ultimi ad abbandonarla, ma che, una volta gettatosi in mare, non è stato più visto.
Il tratto di mare sul quale è avvenuto il naufragio è particolarmente insidioso, si tratta di una vasta secca che sale dalle profondità dell’oceano ad appena cinque metri di profondità, cosa che crea onde frangenti e particolarmente pericolose. L’uragano ha colto la nave a sud di New York a circa 90 miglia da Cape Hatteras mentre faceva rotta verso la Florida. Ricevuto il mayday, la Guardia Costiera ha inviato un C 130 a determinare il punto dell’incidente.
Rintracciata la nave sono stati inviati due elicotteri da soccorso che nella notte hanno messo in salvo, con non poche difficoltà a causa del forte vento e delle onde sempre più alte, i 14 marinai. Per la nave non c’è stato nulla da fare, questa è affondata quando il soccorso era ancora in corso. Ora giace sulla cima della secca e tra le onde si possono vedere i suoi alberi uscire dalle acque.
Il Bounty fu costruito nel 1962 come copia della fregata originale. La nave, fu impiegata da allora per diversi film: il primo, quello per il quale fu realizzata, è “L’ammutinamento del Bounty” del 1962 con Marlon Brando, uno degli ultimi “I pirati dei Caraibi”. Tra un film e l’altro la nave viaggiava di porto in porto dove si apriva alle visite, come un museo navigante.
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