domenica 23 marzo 2025
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Alti e bassi tra i numeri di Pentar

Cala la produzione, aumenta l'indebitamento, ma per il fondo di investimento privato le possibilità di una ripresa veloce sono concrete

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Napoli – La nautica soffre, ma una base da cui far partire la ripresa non manca. Sono queste le conclusioni a cui è giunto l'Osservatorio nautica e finanza 2010, curato dalla società di investimento Pentar e presentato in occasione del Nauticsud, il salone nautico di Napoli.
Secondo la ricerca, condotta in 54 cantieri più diverse aziende del comparto accessori, nel 2008 la produzione italiana è cresciuta dell'1,2 per cento; un dato positivo, ma che rappresenta una brusca frenata rispetto ai trend di crescita delle stagioni precedenti. Rimane ancora una quota forte, il 45 per cento, quella occupata dalle esportazioni, mentre sono diminuite le importazioni, a testimonianza che la nautica italiana è ancora molto competitiva rispetto a quella degli altri paesi.
Meno incoraggianti i dati economico-patrimoniali: cala, infatti, dall'81,7 per cento al 74,6 la quota produttiva che viene venduta e non rimane in magazzino, mentre è quasi raddoppiato l'indebitamento delle aziende. Contemporaneamente, il patrimonio netto aggregato delle società che compongono il campione si è ridotto del 21 per cento.
“Il settore della nautica da diporto – ha detto Maurizio Romiti, amministratore delegato di Pentar – avrebbe bisogno di un supporto solido da utilizzare come base per impiantare il rilancio. Si tratta di affrontare i problemi ormai cronici della nautica italiana come la carenza di infrastrutture che rende difficile il turismo nautico. Un intervento forte e un'attenta valutazione delle zone dove l'esigenza è più sentita permetterebbe di dare un primo supporto alla ripresa. Certo, anche le imprese del settore devono dimostrare di aver imparato la lezione. Il mercato ha bisogno di imprese pronte ad affrontare la competizione internazionale in modo professionale e coerente con le richieste dei clienti. Bisogna costruire vere imprese intorno alla realtà tecnica e stilistica che già esiste e rappresenta il patrimonio di questo settore. Malgrado tutto ciò, la nautica italiana continua ad avere alcuni indicatori positivi che inducono alla constatazione che il settore poggia su basi solidi in grado di permettere, se adeguatamente valorizzate, di riprendere presto il cammino che si è bruscamentne interrotto”.

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