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domenica 15 settembre 2024
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Perché il pilota automatico non è mai colpevole negli incidenti in mare?

La maggior parte degli incidenti con vittime, in cui la conduzione della barca è affidata al pilota automatico, non vede mai questo strumento come causa principale. Tuttavia, non è sempre così. Abbiamo intervistato l’avvocato penalista Armando Fergola, consulente legale di SVN, per capire meglio la situazione.

Perché il pilota automatico non è mai colpevole negli incidenti in mare?
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In questi anni, abbiamo registrato diversi incidenti gravi o mortali che coinvolgono collisioni tra una barca a motore e una barca a vela. In molti di questi casi, le cause potrebbero essere legate all'uso improprio del pilota automatico. Tuttavia, nelle dichiarazioni degli investigatori riportate sui giornali, non si fa mai menzione di questo strumento. Per comprenderne i motivi, abbiamo chiesto chiarimenti al nostro consulente legale, l’avvocato penalista Armando Fergola di Roma.

SVN - Una nostra ricerca che ha ripercorso la storia di una ventina di incidenti con vittime che si sono verificati negli ultimi anni ci ha fatto rendere conto che quasi mai si parla di pilota automatico. Eppure, chiunque vada in barca sa perfettamente che se una barca a motore arriva a velocità contro una barca a vela, spesso anche con le vele spiegate, in un giorno estivo di bel tempo, l’asserzione “non l’ho vista” fatta dalla quasi totalità degli indagati per queste collisioni, non regge. L’unico modo per non vedere una barca a vela tra i dieci e quindici metri che naviga davanti a noi è guardare da un'altra parte. Si guarda da un'altra parte se la barca la sta portando il pilota automatico. Secondo lei, perché nelle indagini è così difficile sentire parlare di pilota automatico?

A.F. - Consideri che il Pubblico ministero potrebbe essere completamente digiuno di nautica, potrebbe non essere mai salito su di una barca, quindi è facile che neanche sappia dell’esistenza del pilota e di sicuro nessuno degli indagati, durante l’interrogatorio, dichiara di aver lasciato la barca incustodita mentre al timone c’era il pilota automatico.

SVN - È possibile che il consulente della procura possa informare il magistrato sulla possibilità che la barca fosse affidata al pilota automatico?

A.F. - Quale consulente?

SVN - Il Pubblico Ministero non conoscendo la materia prenderà un consulente che lo aiuti.

A.F. - Non funziona così. Ogni procura ha un budget e un consulente costa. Il Pubblico Ministero tenderà a risparmiare per poi avere i fondi per le perizie e le consulenze che ritiene più importanti.

SVN - Perciò mi sta dicendo che un processo per omicidio in mare può essere portato avanti da un Pubblico Ministero che non ha navigato un giorno in vita sua?

A.F. - D’altra parte credo che lei non sia uno specialista in batterie, ma se deve fare un articolo sulle batterie, lo fa perché è un giornalista.

SVN - Sì, ma per farlo, se sono un giornalista serio, chiedo una consulenza a uno specialista della materia. Non scriverei mai un articolo su di un argomento che non conosco senza prima consultare anche più di uno specialista.

A.F. - In procura non funziona così. I consulenti costano e si utilizzano con parsimonia, il che può significare che a volte il Pubblico Ministero non abbia un quadro preciso della situazione e gli possa sfuggire qualche cosa. Se vogliamo cambiare le cose e permettere ai procuratori di informarsi adeguatamente su ogni aspetto, dobbiamo aumentare i budget delle procure. La giustizia ha un costo.

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